UN MOMENTO DI FOLLIA, una fatale liaison

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Photo: courtesy of Medusa Film
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Correva l’anno 1977 quando nei cinema francesi usciva Un moment d’égarement, film diretto da Claude Berri che all’epoca destò scalpore e fece scandalo per la storia e la ‘strana’ connessione tra i protagonisti. Qualche tempo dopo, nel decennio successivo, l’opera di Berri fu oggetto di un rifacimento americano intitolato Quel Giorno a Rio, per la regia di Stanley Donen, che portò Michael Caine e Joseph Bologna a riabbracciare i ruoli che furono di Jean-Pierre Marielle e Victor Lanoux, e a vestire i panni di due amici d’infanzia, Jacques e Pierre, che decidono di trascorrere le vacanze estive a Saint Tropez insieme alle loro figlie diciassettenni. La permanenza in Costa Azzurra giocherà un tiro mancino a Pierre che verrà sedotto dalla giovane Françoise, figlia di Jacques, con la quale avrà una breve e improvvisa liaison. Lo stesso copione, riadattato brillantemente per renderlo realistico e credibile all’interno del panorama socio-culturale, viene ripreso dall’erede di Berri, il produttore Thomas Langmann, che affida le redini del progetto al cineasta Jean-François Richet per realizzare un nuovo remake in chiave contemporanea, capace di catalizzare l’attenzione del pubblico.
Photo: courtesy of Medusa Film
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L’idea di Richet è da subito ben chiara: la costruzione del lungometraggio è fondata sul carisma, l’istrionismo e la notevole presenza scenica di due attori acclamati in Francia e apprezzati a livello internazionale come François Cluzet (Quasi Amici) e Vincent Cassel, quest’ultimo già diretto nel celebre doppio noir Nemico Pubblico N.1 (L’istinto di morte e L’ora della Fuga) dedicato alla figura dell’uomo dai mille volti e Robin Hood di Clichy Jacques René Mesrine.
Misurato nelle forme espressive e calibrato nel ritmo per favorire un maggior coinvolgimento nello spettatore fino alle battute conclusive, Un momento di follia pone al centro della riflessione la difficile conduzione dei rapporti intergenerazionali uomo/donna e di circostanze promiscue che talvolta si vengono a creare in presenza di un divario elevato di età. Cassel è l’ago della bilancia della pellicola, il vero perno attorno a cui si snoda lo sviluppo di una parabola tragicomica, a metà un lacrima movie drammatico e una commedia brillante, che concede intermezzi divertenti e veicola la vicenda nella via della curiosa verità, taciuta, nascosta, condivisa, omessa e percepita in maniera differente dalle parti coinvolte. Offuscato dall’alcool e dal contesto spensierato in riva al mare, Laurent (Cassel) si lascia trasportare dall’intraprendenza e dall’istinto della bella Louna (interpretata da Lola Le Lann al suo esordio sul grande schermo) cedendo alle sue avances in una notte di luna piena.
Photo: courtesy of Medusa Film
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Uno scherzo del destino scardinerà gli equilibri e la permanenza estiva del quartetto, creando un’atmosfera di tensione e tacito silenzio. L’uomo si troverà ad affrontare una figlia sospettosa, un amico in preda ad una crisi matrimoniale e l’innamoramento di Louna, con un segreto troppo pesante da rivelare. Delusione, diffidenza, rabbia, sentimento e comprensione: un mix di emozioni e stati d’animo iniziano a convivere nei cuori dei protagonisti, trascinati in un improvviso vortice di incredulità in cui i legami tra padri, figlie ed amici sono messi a dura prova e rischiano di essere compromessi irrimediabilmente. Per quanto la catena di relazioni messa in scena dal regista possa sembrare solida, basta una piccola parentesi di pazzia e leggera debolezza per sconvolgere e mettere in discussione l’universo felice, quasi perfetto, abitato dai personaggi. Tra le location suggestive della Corsica e una regia abile nel catturare determinate situazioni (prima e dopo il ‘fatale’ evento), il film metabolizza lo stile dei suoi predecessori ma non le intenzioni, rielaborandone una versione al passo coi tempi in un’era frenetica come quella odierna dove tabù e stereotipi sono cambiati e la dipendenza dalla tecnologia (smartphone, internet, social network) gioca un ruolo preponderante nella sfera sociale.
Andrea Rurali
Recensione pubblicata anche su MaSeDomani.com

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