
Il Piccolo Principe, il romanzo scritto da Antoine de Saint-Exupéry nel lontano 1943, che narra dell’incontro tra un aviatore e un giovane principe nel mezzo del deserto, arriva su grande schermo. Frutto di una collaborazione tra professionisti europei e lonsangelini, la pellicola è un’animazione che unisce stop motion a computer animation per regalarci una favola colorata, ironica, con un’identità ben distinta dal testo pur riuscendo a essere emozionante quanto l’originale. L’opera, presentata fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, è diretta da Mark Osborne (Kung fu Panda) ed è un’iniezione di amore e un racconto per immagini in grado di appassionare i piccoli e rapire i grandi. Dal 1 gennaio 2016, anche nei cinema italiani.
RECENSIONE
“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”
Una citazione emblematica, che unisce generazioni di lettori di tutto il mondo tratta da Il Piccolo Principe, un libro caro a molti che già dalla sua nascita si doveva capire avrebbe avuto grande eco. Ci sono, infatti, romanzi di formazione per ogni periodo della vita e ci sono storie che non hanno età o destinatari precisi. Ci sono opere che leggi e dimentichi in un soffio, altre che ti rimangono nel cuore per sempre e il famoso romanzo per ragazzi datato 1943 appartiene a questo secondo gruppo. Le righe scritte da Saint- Exupéry compongono una favola universale che ha superato le decadi conservando intatta la sua poesia e oggi riesce a sedurre con pari forza il popolo del nuovo millennio. Quello narrato è il magico incontro tra due persone e la nascita di un’amicizia che pare un sogno: un aviatore e un principe giovane giovane, piccolo piccolo, che arriva da una stella lontana lontana, si ritrovano uno difronte all’altro nel silenzio di un deserto e… la nostra fantasia inizia a volare.

Riprodurre su grande schermo la semplicità delle immagini, la grandezza delle emozioni nascoste in ogni pagina, la capacità di trasformarsi in specchio della nostra anima, non era sfida semplice, ma Mark Osborne e il suo gruppo non si sono lasciati scoraggiare e alla fine hanno vinto la scommessa: il film da poche ore nelle sale italiane è un’incantevole animazione che unisce passato e presente con ritmo, ironia e un tocco nostalgico. Due sono i protagonisti, una bambina con una mamma, che vuole il meglio per lei e finisce per programmarle ogni istante sino a rubarle l’infanzia, e un ragazzino nato dagli schizzi dell’eclettico e anziano vicino di casa. Sarà proprio il vecchio e maldestro aviatore, tanto buffo quanto abile contastorie, a stimolare la creatività della bimba, a farla giocare, ridere e sognare, a insegnarle l’importanza del ricordo, dei sentimenti, dell’amore, unico motore che dà un senso alle nostre esistenze.
