JASON BOURNE, Matt Damon è tornato: la recensione

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Photo: courtesy of Universal Pictures
Matt Damon è Jason Bourne
Jason Bourne
Il banner ufficiale di Jason Bourne
Attorno al nome Jason Bourne si crea sempre una buona dose di attesa. La saga della spia senza memoria, sospesa per una decina d’anni, eccezion fatta per uno spin-off di poco successo con Jeremy Renner, è infatti diventata celebre nel tempo per l’altissimo livello qualitativo mantenuto ad ogni episodio.
Per questo nuovo capitolo il rinnovo del team Paul Greengrass, alla regia, e Matt Damon a interpretare il protagonista, ha alzato nuovamente le aspettative al massimo. Ma il tempo, si sa, può essere tiranno, e questo Jason Bourne poteva facilmente essere una fotografia dell’inadeguatezza di un gruppo che ha perso il ritmo del cinema contemporaneo. Così, fortunatamente, non è stato. Anzi, Jason Bourne inizia come un treno in piena corsa e non lascia respiro per tutta la durata.
Il ritmo frenetico non diventa mai un vanitoso spettacolo di effetti speciali ma è costantemente un veicolo attraverso cui fare procedere le vicende. La trama portante, complicata nell’enunciazione ma assai semplice se analizzata nei punti fondamentali (l’impalcatura generale si può riassumere in poche righe), mantiene il fascino delle migliori spy story. Le difficoltà che si possono avere nel seguire l’avvicendarsi di vari nomi di operazioni segrete, le rivalità tra agenzie e così via, deriva dal forte realismo con cui vengono comunicate. Greengrass limita al massimo i momenti di exposition (detti anche ‘spiegoni’) e i dialoghi in generale. Bourne, assassino solitario, disperato e senza uno scopo, viene caratterizzato non da ciò che dice ma da tutte le parole che non pronuncia (è quasi muto nel film).
Grazie a questa estrema ricerca dell’essenza anche la vicenda più semplice diventa per lo spettatore uno spunto da cui inferire un intero background narrativo, fatto di deduzioni logiche. Greengrass affida al ruolo attivo di chi guarda il compito di colmare i passaggi logici e non a un personaggio il cui compito è quello di spiegare ciò che sta accadendo.
Photo: courtesy of Universal Pictures
Matt Damon è Jason Bourne
L’azione è costante. Attraverso gli scontri e le scelte che i personaggi devono compiere questi vengono definiti e qualificati. Bourne si trova in un mondo diverso rispetto a quello in cui si muoveva all’epoca di The Bourne Ultimatum: internet è diventato una sorta di arma onnipotente e onnipresente, le guerre sono compiute dalla distanza e non più corpo a corpo (che invece è ricercato, con fare quasi morboso, dal protagonista).
Per questo motivo è straordinario lo stile di combattimento coreografato dalla crew di stunt-man: Jason Bourne è infatti secco e spietato nei combattimenti face to face, efficace e silenzioso (divertente in questo senso il modo in cui viene presentato ad inizio film), mentre non può che limitarsi a fuggire da chi vuole colpirlo da lontano. Finché la distanza separa preda e cacciatore, il destino del primo è segnato: la sfida da vincere per sopravvivere è infatti quella di controllare il conflitto e riportarlo ad una dimensione più carnale.
La forza della fisicità viene utilizzata come elemento stilistico, permeando ogni scena della sensazione che tutto sia avvenuto veramente sul set. Jason Bourne porta il genere action-spy allo stato dell’arte, eliminando ogni filtro, ogni iperbole cinematografica, e facendo sentire il “peso” reale e realistico di ogni azione.
Difficile commentare la prova attoriale di Matt Damon. Non si tratta di un film nel quale si possono provare grandi emozioni guardando i volti. Forse, uno dei difetti della pellicola è proprio un’eccessiva freddezza di fondo. Succede spesso che la perfezione nella dinamica cinematografica si riduca, in molte opere, ad uno splendido esercizio di grammatica registica o di montaggio, sacrificando la sincerità di sentimenti. Sia chiaro, non è quello che si chiedeva a Jason Bourne però, per alternare e rendere più stratificata l’esperienza, avrebbe giovato.
Consigliato a: se avete amato i precedenti Bourne, adorerete anche questo!

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