La recensione di Il giorno sbagliato,
thriller diretto da Derrick Borte con Russell Crowe

Chi può affermare di non essersi mai innervosito alla guida della propria auto? O di non aver mai mandato al diavolo altri conducenti in un momento di rabbia? O ancora, di non aver imprecato in tutte le lingue conosciute per il ritardo a un appuntamento a causa del traffico? Si può dire tranquillamente che si tratti di situazioni all’ordine del giorno e tipiche delle logoranti civiltà metropolitane.
Proprio da questo inventario di situazioni quotidiane attinge a piene mani Derrick Borte, regista noto al grande pubblico soprattutto per aver scritto e diretto la dramedy The Joneses nel 2009, per Il giorno sbagliato (Unhinged).

Nel suo ultimo film Derrick Borte mette in scena un thriller ricco di (teorici) colpi di scena, il cui incipit ricorda da vicino quello di Un giorno di ordinaria follia, cult del 1993 diretto dal recentemente scomparso Joel Schumacher. Rachel (Caren Pistorius), giovane donna in procinto di divorziare e in una condizione di soffocanti ristrettezze economiche, mentre accompagna il figlio piccolo a scuola, bloccata nel traffico e in ritardo, ha un battibecco con uno sconosciuto (Russel Crowe), colpevole di non essere partito con rapidità a un semaforo. Quello che sembrava un banale alterco fra guidatori si trasformerà in un vero e proprio inseguimento per le vie della città, un gioco al gatto e al topo brutale e che non prevede esclusione di colpi.

il giorno sbagliato

La dinamica che innesca le vicende del film è quanto mai delicata e indicativa dei nostri tempi: vivere il traffico (ma, più in generale, gli spostamenti in auto) come valvola di sfogo dell’insoddisfazione della vita quotidiana, una sorta di luogo sicuro in cui far esplodere le frustrazioni e gli istinti più bassi della natura umana.

Nonostante l’orizzonte sociale e psicologico appassionante, tuttavia, non si può dire lo stesso della costruzione del film. Il giorno sbagliato si regge principalmente su un Russell Crowe che giganteggia furioso davanti alla macchina da presa, un villain inarrestabile che catalizza l’attenzione dello spettatore. I colpi di scena tanto promessi però si esauriscono in fretta, e la narrazione per accumulo di eventi pressoché identici smorza in maniera decisiva la tensione che si crea nella primissima parte del film. Eccezion fatta per qualche momento avvincente (soprattutto nella prima metà del film) e un paio di simpatiche battute che sembrano provenire dai b-movies americani di inizio millennio, dunque, Il giorno sbagliato non brilla né, purtroppo, si distingue dalla moltitudine di action-thriller di bassa lega da cui siamo bombardati tutte le settimane sul grande e piccolo schermo.

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