La figlia oscura, presentato in concorso alla 78. Mostra del Cinema di Venezia, è l’adattamento del romanzo di Elena Ferrante in uscita in Italia grazie a BIM Distribuzione

La figlia oscura (The Lost Daughter) diretto da Maggie Gyllenhaal, con Olivia Colman e Dakota Johnson, è l’adattamento del romanzo omonimo del 2006 di Elena Ferrante. Il film uscirà nelle sale italiane il 24 marzo 2022 con BIM Distribuzione.

Nel cast anche Ed Harris, Peter Sarsgaard, Jessie Buckley, Paul Mescal, Dagmara Dominczyk Alba Rohrwacher.

La Figlia Oscura ha vinto a Venezia il Premio Osella per la migliore sceneggiatura.

SINOSSI

Sola in una località di mare, Leda osserva ossessivamente una giovane madre e la figlia in spiaggia. Turbata dalla complicità del loro rapporto (e dalla loro famiglia, chiassosa e sinistra), Leda è sopraffatta dai ricordi legati allo sgomento, allo smarrimento e all’intensità della propria maternità. Un gesto impulsivo catapulta Leda nello strano e minaccioso universo della sua stessa mente, in cui è costretta a fare i conti con le scelte anticonformiste fatte quando era una giovane madre e con le loro conseguenze.

In occasione della presentazione alla Biennale di Venezia la Gyllenhaal aveva dichiarato: Quando ho letto il romanzo La figlia oscura, mi sono sentita pervadere da una sensazione tanto strana e dolorosa quanto innegabilmente vera. Una parte nascosta della mia esperienza di madre, compagna e donna stava trovando voce per la prima volta. E ho pensato a come fosse entusiasmante e pericoloso dare vita a un’esperienza come quella non nella quiete e nella solitudine della lettura; ma in una stanza piena di esseri umani dotati di vita pulsante e sensazioni.

Come ci si sente a essere seduti accanto alla propria madre, al proprio marito, alla propria moglie o figlia nel momento in cui sentimenti ed esperienze comuni a lungo taciuti, trovano invece voce? Ovviamente esiste una sorta di sgomento e pericolo nel relazionarsi a qualcuno alle prese con cose che ci sono state dipinte come vergognose o sgradevoli. Ma quando quelle esperienze vengono portate sullo schermo; esiste anche la possibilità di trovare conforto: se qualcun altro formula quegli stessi pensieri e prova quelle stesse sensazioni, forse non si è soli. Questa è una parte della nostra esperienza che di rado trova espressione; quando ciò accade, è per lo più attraverso l’aberrazione, la dissociazione o il sogno.