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“La vita può essere vissuta in due modi: sognandola o realizzandola”
Tutta l’eleganza e l’energia di Catherine Frot, reduce dalla sua splendida interpretazione in La Cuoca del Presidente e ora sublime protagonista del nuovo film del francese Xavier Giannoli (À l’Origine, Corpi Impazienti), in concorso alla Mostra di Venezia, raggiungono il proprio apice attraverso il personaggio della cantante lirica Marguerite Dumont, ispirata alla figura del soprano statunitense Florence Foster Jenkins, divenuta celebre per la sua totale mancanza di doti canore.
Collocata da Giannoli nella Francia dei primi del ‘900, a braccetto con il giovane proliferare del movimento dadaista, la surreale e toccante vicenda della Dumont si sposa perfettamente con la tendenza, tipica di quegli anni, a spingere il concetto di Arte (letteratura, poesia, teatro, musica) oltre i soliti schemi e standard prefissati, boicottando gli stessi canoni dell’estetica e alimentando il gusto per la stravaganza e l’umorismo. Marguerite stessa si muoverà dalla ristretta e ipocrita compagnia di un circolo canoro privato, dove la mancanza di critica alle sue inesistenti abilità è dettata dal proprio status quo di membro onorario e prima finanziatrice, all’irriverente dimensione culturale di quegli ‘amanti del diverso’ dai quali si farà presto ben volere e che la porteranno a prendere la ferma decisione di affrontare per la prima volta un vero palcoscenico.
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Brillante commedia dalle tinte drammatiche, Marguerite ci dona il ritratto di una donna fuori dal comune, aprendo le porte a numerevoli spunti di riflessione sull’Arte in senso generale, dalle prerogative necessarie alla figura dell’artista allo scopo ultimo del voler dimostrare e regalare qualcosa al proprio pubblico; esiste l’Arte come sogno e fuga dalla realtà, esiste l’Arte come arma sociale e politica ed esiste l’Arte come bisogno primario di amare e di essere amati. Tuttavia, l’opera di Giannoli è anche la perfetta rappresentazione di un profondo e personale dramma umano e dell’oscuro male di vivere che scopre nell’Arte un’eterna compagna di viaggio.

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