THE PERFECT CANDIDATE, la recensione del film di Haifaa al-Mansour

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The Perfect Candidate narra la storia di una dottoressa saudita che, sfidando il sistema patriarcale, si candida alle elezioni del consiglio municipale con l’obiettivo di riparare la strada che conduce all’ospedale dove lavora.
La visione della regista Haifaa al-Mansour, attraverso il percorso della protagonista, è genuinamente ottimista nel raccontare i ruoli che le donne saudite possono ricoprire nella società unitamente al contributo che possono dare con il loro coraggio e la loro determinazione.
La pellicola svolge così un ruolo più di “manifesto” per un’intera generazione di donne chiamate a diventare parte attiva di una società che le ha costrette in ruoli marginali, estromettendole quasi completamente dal tessuto socio-politico.
The Perfect Candidate segue, in contemporanea, due aspetti della stessa realtà, entrambe facce di una società viva e vitale capace di imparare dalle tradizioni per cambiare e migliorare. Da una parte la figura di un padre, vedovo, che abbraccia la propria vocazione nell’ambito musicale cercando di coronare un piccolo sogno lontano dalle figlie, mentre dall’altra la protagonista, già impegnata come dottoressa in un pronto soccorso, che lotta per essere ascoltata dagli uomini per fare gli interessi dell’intera società.
La celebrazione delle tradizioni si fonde così con lo sforzo che un reale cambiamento, seppur il più piccolo, debba essere fatto da tutte le parti per volgere a un domani migliore. Non solo quello di un padre che lascia spazio alle ambizioni della figlia, ma anche quello di una comunità che sia capace di accogliere le idee innovative qualunque sia la voce da cui provengono.
La parabola si sviluppa molto rapidamente e gli avvenimenti si succedono senza sosta con un ritmo crescente che si mantiene costante per tutta la durata del film. Il racconto non è però perfetto, inciampa diverse volte in leggerezze che non passano inosservate e che minano, indebolendolo, il tessuto narrativo.
A tratti brillante e divertente, il film di Haifaa al-Mansour è un prodotto rassicurante e infarcito di buoni sentimenti con quella giusta dose di coraggio, irriverenza e quel pizzico di buoni sentimenti e genuina incoscienza tipica di chi vuole guardare oltre le antiquate convenzioni sociali e mandare in frantumi i tabù che le contraddistinguono cercando di fare la differenza.