
Non è raro che, nel corso di un’intera esistenza, una persona si guardi alle spalle: alla sua infanzia, al percorso intrapreso, alle scelte giuste, quelle sbagliate, ai meriti e ai rimpianti. Qualunque sia il motivo di questo rivolgere lo sguardo al passato, si è sempre alla ricerca di qualcosa (risposte, lezioni di vita, emozioni credute perse per sempre).
Spesso si ha la sensazione che ogni nostro trascorso sia sempre lì ad aspettarci, in attesa di essere “ripreso in mano”, riavvolto, vissuto nuovamente, addirittura trasformato, ma il più delle volte ci ritroviamo faccia a faccia con una dura realtà: il passato non ritorna.
Le persone e i luoghi che abbiamo lasciato indietro possono ancora far parte della nostra vita ma non saranno mai più gli stessi dinnanzi ai nostri occhi; questo non perché abbiano subito qualche sorta di cambiamento ma piuttosto perché, in fondo, a cambiare siamo stati noi stessi.
Quando Billi Wang (Awkwafina), cinese di origine ma statunitense di adozione, decide di accompagnare la sua famiglia dalla nonna malata di cancro ai polmoni, Nai Nai (Zhao Shuzhen), si ritrova a dover fare i conti proprio con questo tipo di cambiamento.
Con la testa piena di ricordi nei confronti della nonna e della sua città natale, Billi accetta a malincuore l’idea dei suoi parenti di negare a Nai Nai la consapevolezza di avere pochi mesi di vita. Ogni cosa deve scorrere come sempre, tant’è che viene organizzato il matrimonio occasionale di un cugino della ragazza per giustificare l’improvvisa rimpatriata.
