O Agente Secreto è l’ultimo film di Kleber Mendonça Filho presentato alla Festa del Cinema di Roma, la ricostruzione di un Brasile violento in dittatura.
Di cosa parla O Agente Secreto?
1977. Armando (Wagner Moura) è un ingegnere che torna nella città natale di Recife per rivedere il figlioletto Fernando. Tra spie, sicari e vecchi affetti l’uomo dovrà fare i conti con il presente del paese.
Un cinema autoriflessivo
Il cinema sudamericano negli ultimi anni è riuscito ad ottenere una visibilità maggiore e a portare alla ribalta il suo cinema storico e autoriflessivo. Un esempio chiaro è sicuramente Io sono ancora qui, vincitore come Miglior film straniero agli scorsi Oscar, dove Walter Salles riprendeva la storia vera della famiglia Paiva, perseguitata dal regime per le sue idee politiche. Nello stesso contesto storico è ambientato anche O Agente Secreto, quello di un Brasile culturalmente vivace, aperto, ma allo stesso tempo gravato da una dittatura militare che reprime ogni tipo di dissidio.
Il cinema di Mendonça Filho d’altronde ha sempre dialogato con la storia sociopolitica del suo paese: il secondo lungometraggio Aquarius, presentato a Cannes nel 2016, trattava della speculazione edilizia e della crisi abitativa, mentre il celebre Bacurau (2019), una sorta di western fantastico e violento, vedeva gli abitanti di un villaggio rurale alle prese con spietati colonialisti.

Nel 2023 esce il documentario Pictures of Ghosts che esplora la storia di Recife attraverso le sue sale cinematografiche. Qui, tra cinema sopravvissuti e cinema riconvertiti, si esplora il cambiamento topografico della città e la parallela sparizione di luoghi di comunità e di partecipazione. Da questa ricerca della memoria storica ha poi preso forma la struttura di O Agente Secreto, come ha dichiarato più volte l’autore, partendo dal personale, la vicenda di un capo dipartimento universitario perseguitato dal regime, per riecheggiare nel politico. La storia della famiglia di Armando, tra violenze e allontanamenti forzati, è una storia che riguarda tutta una generazione, quella dell’autore, attingendo da ricordi e sensazioni di eventi davvero vissuti.
Muovendosi da una ricostruzione personale, O Agente Secreto è un thriller politico dalla messa in scena originalissima, tra elementi fantastici e orrorifici, metafore delle contraddizioni interne a un regime in cui nessuno è davvero al sicuro. Nel film il discorso sul cinema diventa di grande importanza, non solo perché è costellato di citazioni, tra tutti Lo Squalo o The Omen, che colgono l’instabilità e il terrore dell’epoca, ma anche perché la sala diventa ritrovo dei ribelli. Nella stanzetta del suocero proiezionista infatti Armando si incontra con Elza (Maria Fernanda Cândido), leader della resistenza che gli offre aiuto e protezione. Qui l’uomo racconta la sua storia che viene registrata per raccogliere informazioni, ma anche come gesto politico di preservazione della memoria.
Ricordo e memoria storica
La riflessione sulla memoria si allarga così alla riflessione sulla trasmissione della memoria storica e sull’importanza della preservazione. I flashforward col presente ne sono una testimonianza: nel 2025 Flavia, una ricercatrice universitaria, segue il caso di Armando attraverso le registrazioni di Elza. Qui è come se l’uomo ricevesse una nuova vita evocata dalla sua voce registrata e dai documenti tramandati della sua esistenza, proprio come in vita Armando era alla ricerca spasmodica di un documento che testimoniasse la nascita della madre. La questione del ricordo, nei paesi dalla burocrazia instabile diventa fondamentale: se non c’è niente che registra la mia esistenza, chi porta avanti il mio ricordo? Cosa ne sarà di me quando non ci sarò più? Chi narrerà la mia storia? Il ricordo è un gesto di resistenza contro un potere dittatoriale militare oppressivo che punta alla cancellazione della ribellione. È questo contro cui dobbiamo lottare, trovare il nostro posto anche nell’archivio.
Com’è O Agente Secreto?
O Agente Secreto è un thriller politico vivace e originale che riflette sulla memoria storica, in un monito per il futuro di un mondo minacciato dalla dittatura e dall’oppressione politica. Per la sua ricostruzione del Brasile degli anni Settanta, Mendonça Filho si è aggiudicato il premio per la miglior Regia a Cannes e Wagner Moura il premio per la Miglior interpretazione maschile.
Il film uscirà nelle sale italiane il 29 gennaio 2026.
Fonte immagini: Festa del Cinema di Roma