
Il professore e il pazzo narra la vera storia dell’ambiziosa creazione dell’Oxford English Dictionary, attraverso la vita di due uomini che permisero a questo grande sogno di divenire realtà.
Tratto dal romanzo di Winchester, e prodotto da Mel Gibson, Il professore e il pazzo racconta l’epopea storica e letteraria a partire dal 1857, quando al professor James Murray (Mel Gibson), scozzese, venne chiesto di realizzare il mastodontico progetto. Resosi conto dell’impresa, Murray chiese aiuto al “popolo” stesso, così da raccogliere, in giro per tutta l’Inghilterra, tutte le parole esistenti conosciute, a partire dal loro uso quotidiano, attraverso il loro evolversi nel tempo e, quindi, nell’uso comune. A dargli una mano inaspettata fu il dottor W. C. Minor (Sean Penn), americano, rinchiuso in un ospedale psichiatrico poiché perseguitato dagli orrori della Guerra Civile. Nonostante gli ambienti culturali e sociali diversi e le vite completamente opposte, tra i due uomini nacque un rapporto di comprensione, rispetto, stima, ma soprattutto una forte amicizia, capace di abbattere qualunque barriera.

Il film racconta una vicenda irrequieta (come il personaggio interpretato dal premio Oscar Sean Penn) che al contempo vive di energia e serenità, date dalla vita domestica del professor Murray. L’amore per i propri figli e la moglie (la bravissima Jennifer Ehle), vengono trasposti nella passione, nella serietà e nella costanza per l’incarico svolto. Per questi motivi la pellicola vibra sempre di azione e ritmo, e la stessa fotografia ricalca questa ambivalenza di luce e oscurità insita nell’uomo.
Ogni personaggio viene tratteggiato con profondità di animo e tridimensionalità. Tra tutti spicca l’uomo portato in scena da Sean Penn, che emerge con le sue paure e insicurezze, la sua brutalità, ma anche con il suo essere gentile e la sua umanità. Un uomo dedito alla conoscenza e al rimorso per le azioni compiute, tanto da rinnegare l’amore che gli viene offerto in segno di espiazione. Al suo fianco non è da meno Mel Gibson, che riesce a trasporre visivamente una figura forte, decisa, ma caritatevole e buona. Nel cast troviamo anche una splendida Natalie Dormer in un ruolo diverso dal solito: l’attrice britannica interpreta un personaggio per nulla scontato o banale, ma sfaccettato e concreto. Quello che il regista P. B. Sherman fa con gli attori è ciò che compie con il film stesso, in tutte le sue parti: mostrare le “sfumature” della vita.
