Dopo il successo planetario di Top Gun: Maverick (qui la nostra recensione), arriva nelle sale italiane F1 – Il film, l’ultimo potenziale blockbuster diretto da Joseph Kosinski, targato Apple e ambientato nel mondo delle corse automobilistiche più famose al mondo.

Correre è la vita

Sonny Hayes (Brad Pitt), ex promessa mancata della Formula 1 ormai dedita ad altre categorie di corse e a uno stile di vita turbolento, viene ricontattato dopo anni dall’amico ed ex compagno di squadra Ruben Cervantes (Javier Bardem), ora proprietario della scuderia Apex GP. Sonny rappresenta l’ultimo, disperato tentativo di risollevare un inizio di stagione disastroso, e dai suoi risultati dipendono non soltanto i piazzamenti in classifica, ma le sorti dell’intero team. Oltre ai problemi tecnici, la missione è ostacolata dallo spinoso rapporto tra Sonny e l’altro pilota della squadra, il giovane talento Noah Pearce (Damson Idris).

Brad Pitt, Damson Idris e i piloti di Formula 1 pochi istanti prima dell’inizio del Gran Premio

“Correre è la vita. Tutto ciò che accade prima o dopo è solo attesa.” diceva Steve McQueen, probabilmente il più importante trait d’union tra il cinema e le corse. L’automobilismo ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il mezzo cinematografico, e F1 non può che sfruttare a pieno questo legame.

Sarà il pathos della gara che ben si concilia con l’urgenza di intrattenere, il trionfo di rumori e continue variazioni di ritmo che si sposano a meraviglia con il sound design e il montaggio serrato delle produzioni hollywoodiane, sarà la magnetica intensità delle riprese in pista che cattura facilmente lo spettatore: F1 propone a chi guarda tutti i topoi che hanno reso celebri i film sulle corse, dai classici come Grand Prix (John Frankenheimer, 1966) e Le 24 ore di Le Mans (Lee H. Katzin, 1971) ai più recenti Rush (Ron Howard, 2013) e Le Mans ’66 – La grande sfida (James Mangold, 2019).

Generazioni a confronto

Bisogna constatare che la coppia Pitt-Idris è molto affiatata: il primo rappresenta lo stereotipo dell’ex campione che ha buttato via la propria carriera e a cui viene concessa una seconda chance; il secondo quello del giovane atleta estremamente dotato, che deve però prestare attenzione a non farsi travolgere da tutto ciò che lo circonda. Lo scontro/incontro generazionale tra i due è una delle cose più riuscite del film, tanto emotivamente quanto nelle soluzioni narrative che comporta, in particolare il rapporto tra i due in pista (per quanto non credibile nella realtà di un Gran Premio). La prevalenza delle dinamiche di squadra rispetto all’exploit del singolo conferisce un tratto di originalità nel racconto di una categoria di sport in cui l’attenzione è generalmente rivolta al trionfo individuale.

Le monoposto in gara

Un grande spot

Kosinski si fionda in un filone cinematografico linguisticamente collaudato, girando un film pulito, senza particolari sbavature e senza picchi di alcun tipo. F1 è un’operazione dal sapore classico (in alcuni frangenti fin troppo), di apprezzabile e sicuro intrattenimento. La storia, pur essendo di finzione, è calata nell’attualità sportiva. Le riprese sono state effettuate durante alcuni gran premi del 2023 e, oltre ai più importanti piloti che figurano come comparse, bisogna evidenziare il nome di Lewis Hamilton tra i produttori e quello di Toto Wolff come consulente di riferimento.

Una cosa si può affermare senza timore di smentita: F1 – Il film è un colossale spot al marchio che porta nel titolo. È un invito neanche troppo celato a chi guarda, servendosi di due strumenti non sempre facili da riscontrare in questo sport (e che invece il cinema fa emergere alla grande): la tensione per il risultato finale e le vicende emotive dei personaggi che gravitano intorno alla monoposto.