Alfonso Cuarón presenta a Venezia 81 la sua serie in sette capitoli, Disclaimer. Un incredibile thriller psicologico che lascia il fiato sospeso.

Di cosa parla Disclaimer?

La reputazione dell’acclamata giornalista Catherine Ravenscroft (Cate Blanchett) è basata sulle sue rivelazioni delle malefatte e trasgressioni altrui. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto inorridisce nel rendersi conto di essere lei, ora, protagonista di una storia che espone i suoi più oscuri segreti. Nel suo affannoso tentativo di scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a fare i conti col proprio passato prima che distrugga sia la sua vita sia i rapporti con Robert, il marito, e il loro figlio Nicholas.

POV: sei un personaggio di Disclaimer

Utilizzando una formula molto popolare online (Point of View), Disclaimer si sviluppa attraverso gli occhi (e le verità) di tre personaggi principali.

Uno appartiene a Stephen Brigstocke (Kevin Kline) che ha perso prima il figlio Jonathan e poi la moglie Nancy. Dopo anni di apatia verso la vita, un giorno inizia a frugare tra le vecchie cose di sua moglie imbattendosi in un romanzo scritto dalla stessa Nancy (Lesley Manville) che racconta i fatti che hanno portato alla tragica scomparsa del figlio. Stephen reagisce a questa scoperta in modo sconsiderato, con rabbia e furia vendicativa verso la donna che sembra essere colpevole della morte del giovane Jonhatan.

Il secondo punto di vista è quello di Catherine. La donna vive una bella vita, finché una sera non riceve per posta un libro a caso la cui storia all’interno le sembra molto familiare e la stessa scritta sulla prima pagina ci fornisce un primo piano di lettura della vicenda: Qualsiasi somiglianza con persone vive o morte non è una coincidenza.

Catherine diventa spettatrice impotente degli eventi che colpiscono lei e la sua famiglia ed è qui che la tragicità degli eventi prende forma; nel momento stesso in cui viene rivelato il terzo punto di vista, quello della stessa Nancy, all’interno del suo libro.

Disclaimer recensione

Gli intrecci e le narrazioni non smettono mai di sorprendere, creando una tensione narrativa che non accenna mai a mollare episodio dopo episodio e soprattutto ogni punto di vista viene continuamente messo in discussione. La serie, in maniera subdola, conferisce allo spettatore il quarto punto di vista; quello di chi guarda senza preoccuparsi di indagare il riscontro reale.

Durante la serie è inevitabile porsi domande sulla veridicità dei fatti, ma senza avere il minimo dubbio su ciò che viene mostrato.

Com’è la serie?

Disclaimer è incredibilmente coinvolgente, non ha sbavature (non evidenti almeno) e racconta in maniera impeccabile una società vittima della disinformazione, del giudizio facile e della gogna pubblica gratuita. Nella serie ci flirt lussuriosi, violenza e scene di sesso molto esplicite che servono a confutare certe tesi discusse dai protagonisti.

Nulla è lasciato al caso, ogni sguardo è significativo, ogni inquadratura è prepotente e pensata perché lo spettatore colga le sfumature più nascoste di ogni frame.

Disclaimer sembra percorrere una direzione fino a quasi le battute finali per poi accorgerci che la verità non è mai stata realmente rivelata e l’ultimo capitolo è eccitazione pura.

Cuarón, che scrive e dirige ogni capitolo, sembra interrogarsi sulla costruzione frettolosa dell’opinione pubblica moderna, plasmata da titoli forvianti e informazioni pregiudizievoli attraverso la rete.

Disclaimer recensione

La penna uccide più della spada

Il modo in cui Disclaimer racconta la sua storia è fondamentale per apprezzare le sue conclusioni. La scelta formale di utilizzare diversi linguaggi che guidino alla verità o traccino diverse piste false è dettata dalla fame di giustizia dell’essere umano, che, anche in assenza di prove certe, è pronto ad additare e condannare i colpevoli. Disclaimer è crudele, ma tratta con premura la verità

Il finale della serie sta tutto lì, nelle battute iniziali, dove è la stessa Catherine che ci mette in guardia dicendoci che la narrativa e la forma possono avvicinarsi alla verità, ma possono anche essere dei potenti mezzi di manipolazione.

Un discorso che abbraccia tutto il racconto, sottolineando lungo tutta la serie, come certe idee e certi fatti possono essere adattate dal narratore per soddisfare i propri obiettivi e soprattutto quanto le supposizioni e i pregiudizi radicati possano condurre a una verità distorta.

Foto: via La Biennale di Venezia