Il romanticismo cannibale arriva a Venezia 79 con Bones and All,
il nuovo film di Luca Guadagnino con Taylor Russell e Timothée Chalamet

Se si dovesse riassumere Bones and All di Luca Guadagnino con poche parole si potrebbe dire che si tratta di un road movie in cui due giovani, alla disperata ricerca d’amore e del sentirsi accettati, si trovano. Niente di più, niente di meno. Certo, andrebbe tralasciato il fatto che i due ragazzi abbiano istinti cannibali, ma il film è a tutti gli effetti una storia romantica che riscrive il linguaggio convenzionale dell’amore. La storia di un amore giovane e proibito alimentata da un segreto spaventoso.

L’ultimo lavoro di Luca Guadagnino, adattato dallo sceneggiatore David Kajganich dal bestseller young adult di Camille DeAngelis, costruisce la narrazione, macabra e a tratti terrificante, attorno alle fragilità dei protagonisti. Il regista di Chiamami col tuo nome e Suspiria libera Lee e Maren, intrappolati nella loro stessa natura, dandogli la possibilità di vedersi con lo sguardo l’uno dell’altra e facendoli riflettere su chi siano e su come poter gestire ciò che, non sempre, si riesce a controllare.

bones and all recensione

Amami fino all’osso

L’amore per sua natura si costruisce come interazione tra individui che trovano il modo di vedersi con gli occhi dell’altro e questo accade a Maren e Lee. I due, grazie alla maestria del linguaggio cinematografico di Guadagnino, sperimentano la passione nella sua essenza più pura (soprattutto nella commovente scena finale).

Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) vivono due vite completamente diverse fino a quando non si incontrano. Maren, abbandonata dal padre, è alla ricerca della madre e di risposte sulla sua natura. Nel suo viaggio incontrerà altri come lei, tra cui Lee, spirito libero, tormentato e con un proprio senso di giustizia. Entrambi profondamente feriti dalle relazioni familiari si sostengono reciprocamente nonostante la loro condizione porti, inevitabilmente, a drammi e scenari insanguinati da film horror.

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Questo è il mio corpo

Bones And All parla anche di corpi. Corpi dilanianti, spolpati, ricoperti di sangue e lividi. Il corpo non è solo carne, è nutrimento, quel desiderio proibito che non si deve soddisfare, ma è difficile da controllare. I corpi diventano così desiderio, scoperta e paura dell’altro.

Il film mette in gioco anche la morale: uccidere per nutrirsi o aspettare che sopraggiunga la morte delle “vittime” per nutrirsi. Lee e Maren creano un legame profondo anche incontrandosi e scontrandosi su tematiche come queste.

La compulsione carnivora ritratta in Bones And All è molto diversa da quella che abbiamo visto in altri film del genere, soprattutto perché qui si avvicina molto di più a un atto di ribellione che ad una pratica cinica e maligna.

Nella messa in scena, il cannibalismo di Lee e Maren ha qualcosa di stranamente innocente e, per quanto crudo, anche di poetico. Guadagnino riesce a convincersi che, spesso, sono loro stessi vittime del sistema, anche in questa assurda e selvaggia abitudine. Bones And All è un film stravagante e, per certi versi, oltraggioso, a tratti spaventoso, ma sorprendente nel suo idealismo romantico.

Presentato in concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia.

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