Dopo la recensione di Animali fantastici: i crimini di Grindelwald, vi raccontiamo 5 magici motivi
per andarlo a vedere (e rivedere)
il film sul grande, grandissimo schermo.

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Eddie Redmayne è Newt Scamander in Animali Fantastici: i crimini di Grindelwald perchè vedere animali fantastici

PERCHÈ VEDERE ANIMALI FANTASTICI I CRIMINI DI GRINDELWALD

Le creature

Sembra quasi una banalità ammetterlo, ma le creature di Newt rappresentano appieno il primo valido (e magico) motivo per apprezzare questo secondo capitolo della saga. Avevamo visto nel primo film alcune creature e ne eravamo rimasti incantati (la scena in cui il pubblico viene calato nella valigia per esplorare i vari scenari delle creature studiate dal magizoologo è ancora oggi una delle più suggestive). Analogamente anche per I Crimini di Grindelwald le parti in cui osserviamo gli animali fantastici muoversi nel mondo e interagire con i personaggi sono tra le scene migliori del film. Incontriamo il chupacabra, il kelpie, il kappa, un curiosissimo augurey (alle spalle di Jacob), l’insidioso matagot, lo zouwu e una creatura nuova, ma che conosciamo da tempo per via di un altro personaggio della saga di Harry Potter… una certa fenice.

Tutte le creature hanno una personalità ben precisa, basti pensare al gigantesco zouwu, una creatura cinese che sembra essere un dragone incrociato con un gatto, dalla forza di un elefante, apparentemente indomabile, ma, se si conoscono i trucchi del mestiere, facilmente addomesticabile con un sonaglio lucido e tintinnante. Insomma, sembra proprio un trucchetto alla Hagrid (vi ricordate Fuffi, il cane a tre teste che si addormenta con una ninna nanna?). Per non parlare di vecchie amate conoscenze che ritornano, alcune con tanto di cucciolata (tanti bellissimi piccoli adorabili snasi).

Ah, be’, la gente a volte è un po’ stupida quando parli dei suoi animali

I personaggi

Si possono dire tante cose di questo film, ma non che i personaggi siano scritti male.

Ognuno ha un percorso diverso, ciascuno di loro ha un carattere e una funzione precisa all’interno di una trama più grande. E poi tutti hanno un desiderio, maturano e diventano sempre più consapevoli del proprio ruolo.

Vediamo alcuni dei protagonisti:

  • Newt fa decisamente un passo in avanti, cresce moltissimo in questo film. Da appassionato studioso di creature, molto perso nel suo mondo e lontano dalla realtà, Newt costruisce un percorso in cui sviluppa un’ideologia. Lo vediamo cambiare e scegliere una strada ben precisa all’interno del mondo magico. Inoltre appare molto più consapevole riguardo ai suoi sentimenti verso Tina, persino, nella parte finale, più maturo nel rapporto con il fratello Theseus, rapporto da sempre conflittuale (non dimentichiamo che Theseus si è fidanzato proprio con Leta, probabile primo amore di Newt).
  • La new entry Leta Lestrange, interpretata dalla bellissima Zoe Kravitz, ci conquista con una storia crudele e dolorosa e, alla fine, decide di seguire con coraggio la via più estrema in nome di quello in cui crede e ama.
  • Queenie, la sorella più dolce ed estroversa delle Goldstein, appare in questo film molto più insicura, fragile, quasi abbandonata a se stessa. Dal suo isolamento non può che nascere qualcosa di oscuro. Il desiderio di amare ed essere amata sembra essere deviato verso nuove possibilità.
  • Jacob, la nostra controparte babbana in un mondo completamente fuori controllo, presenta come motore d’azione il suo amore verso Queenie, ma anche una certa attrazione per il fantastico. L’amore lo rende coraggioso, ma la consapevolezza verso ciò che reputa giusto e umano lo porterà verso una scelta difficile.
“È curioso, ma forse i governanti migliori sono quelli che non l’hanno mai desiderato. Quelli che, come te, si vedono affidare la guida e raccolgono lo scettro perché devono, e scoprono con loro sorpresa di impugnarlo bene.”

Grindelwald

 “Johnny Depp è finito, è un attore alla deriva, la sua vita privata è allo sbando…”
Quante volte abbiamo sentito queste frasi dai vari tabloid? Eppure, a livello artistico in questo film crediamo Depp che sia riuscito a riprendere in mano la sua professionalità.

Uno dei validi motivi per vedere il film è proprio lui. Quando è in scena il film diventa  magnetico, riacquista subito forza. La sua interpretazione è impeccabile, non eccede nell’eccentrico, non interpreta se stesso e non è nemmeno una copia sbiadita di Voldemort, come qualcuno temeva. Lui è Grindelwald ed è un villain estremamente affascinante.

J.K. Rowling è politicamente schierata, questo è certo, e raffigura Grindelwald con alcuni tratti stilistici tipici di alcuni politici attuali. Grindelwald è un bravissimo manipolatore, la sua arma principale, nonostante sia un mago dotato di poteri straordinari, non è la forza in sé e per sé, ma è la parola. Usa rarissimamente la violenza bruta, soprattutto quando si tratta di maghi, preferisce attirare personalmente i suoi seguaci. All’inizio, infatti, scopriamo dalla Madama Presidente che il MACUSA ha avuto enormi problemi di gestione di Grindelwald in quanto prigioniero, perché lui riusciva a essere molto persuasivo con le guardie.

Grindelwald è un finissimo oratore, potremmo definirlo tranquillamente un demagogo, in grado di persuadere le masse, attraverso il suo carisma, della sua ideologia perversa. Egli è anche uno showman, un uomo che trasforma il suo intervento politico a Parigi in un monologo teatrale spettacolare e accattivante. Addirittura il luogo prescelto per il suo discorso, nonostante sia in un cimitero, è stato adibito a stadio con tanto di steward e guardie.

Grindelwald è un villain gentile e amabile che provvede a offrire al suo pubblico quello di cui ha bisogno: alimenta l’odio in modo mellifluo, e adduce una ragione di importanza superiore (addirittura piena di bontà e generosità) per sostenere un piano malvagio. Persino i suoi seguaci sembrano tutte persone fragili, che ritrovano forza e sicurezza nel suo carisma.

“Se vuoi sapere com’è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari.”

Hogwarts

Se non è un valido (e magico) motivo tornare ancora a Hogwarts, allora cosa potrebbe esserlo?

Il ritorno sul grande schermo del castello della nostra infanzia fa fare capriole intense allo stomaco di chiunque sia cresciuto con Harry Potter. Quando siamo a Hogwarts tutto funziona, tutto decolla. Silente, qui nelle vesti di professore di difesa contro le arti oscure, è l’insegnante che ogni alunno apprezzerebbe, quello stimato, quello che tutti vorrebbero avere a scuola. I luoghi del castello, Hogwarts stessa nella sua totalità, possiedono una vita propria, è un luogo caldo, è come tornare a casa, nella casa familiare e accogliente. Eppure non si finisce mai di scoprirlo fino in fondo.

Torniamo a vedere delle lezioni, in particolare modo quella che rimanda a una scena ben nota in Harry Potter, sull’uso dell’incantesimo Riddikulus, interessante per quanto riguarda la definizione dei due personaggi di Newt e Leta.

Il fatto è che per un amante di Harry Potter non esistono mai abbastanza scene ambientate a Hogwarts: pensate a un film senza trama ambientato ad Hogwarts e potrebbe funzionare tranquillamente.

“Hogwarts, Hogwarts, cara vecchia Hogwarts, dicci come fai!”

Silente

Silente è un personaggio che sembra molto difficile da dissociare a Hogwarts, è un po’ come se fosse parte integrante di quel magico mondo scolastico, anche se sappiamo che la sua vita è stata ben oltre quella di un preside. A ogni modo rivedere un Silente più giovane muoversi all’interno del suo primo vero conflitto (quello che poi lo porterà al leggendario duello contro Grindelwald nel 1945) è molto interessante. Sarà che in Harry Potter lo abbiamo conosciuto come una figura incredibilmente buona e saggia quanto incredibilmente enigmatica e misteriosa, sarà che i segreti e le bugie di Albus Silente hanno da sempre affascinato magici e babbani, sarà che eravamo tutti curiosi di sapere un po’ di più su questo personaggio, ma ammirarlo in scena in un mondo senza Harry Potter funziona in maniera inaspettata. Anzi, sarebbe stato forse bello vederlo ancora di più (ma diamo tempo al tempo).

Possiamo osservare delle dinamiche che sembrano rimanere tali, come i rapporti con il ministero, sempre irrigiditi, il legame meraviglioso con i suoi studenti, anche quelli ormai adulti (Newt, Leta e Theseus), le sue frasi saggiamente pensate e tese quasi all’aforisma, il suo modo di fare affabile, ma mordace.

Lo vediamo anche affrontare i temi più fragili della sua vita: il lutto per la sorella e il rapporto con Grindelwald.

“Non le piacerà, ma non si può negare che Silente abbia stile”

Teresa Paolucci

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