Spider-Man: Homecoming è a rischio flop?

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Il poster di Spider-Man: Homecoming
Mancano pochi giorni all’uscita nelle sale italiane del terzo reboot dell’Uomo Ragno (6 luglio).
Spider-Man: Homecoming è un film atipico sin dalla sua origine. Come noto, i diritti sullo sfruttamento dell’universo dell’arrampicamuri sono detenuti dalla Sony. Il progetto nasce invece sotto l’egida dei Marvel Studios. A seguito di un accordo commerciale tra le due case di produzione è stato possibile inserire il personaggio all’interno di un universo narrativo più ampio, l’MCU.
Sin dai primi materiali promozionali abbiamo potuto vedere come l’esistenza di Peter Parker nell’universo degli Avengers sia stata usata come leva sul mercato. In particolare spicca la presenza di Iron Man come mentore del giovane supereroe, la quale ha portato il cinecomic ad apparire più come un “Iron Man 4” che un film dedicato a Spider-Man. Certo, in un’epoca di universi condivisi è riduttivo ragionare nell’ottica di un solo personaggio (si veda anche Captain America: Civil War in cui il capitano aveva uno screen time molto contenuto).
Eppure, la diretta conseguenza di queste scelte di marketing è quella di mettere alla prova la tenuta commerciale di due personaggi anziché uno. La lente di ingrandimento è quindi, per forza di cose, estremamente puntata sul Box Office di Spider-Man: Homecoming.
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Spidey e Iron Man in un’immagine di Spider-Man: Homecoming
Un primo segnale che potrebbe fare sudare freddo rispetto alla tenuta del film al botteghino è legato alla campagna promozionale. Come si è visto il target del cinecomic è tra i più bassi di qualsiasi Marvel Movie. Riprendendo, in un certo senso, le atmosfere dei film di “John Hughes”, il regista Jon Watts si rivolge soprattutto ad un pubblico “teen” per sua natura estremamente limitato dal punto di vista numerico. Basterà la presenza di Iron Man ad accattivare il target più maturo?
Inoltre, la grande quantità di materiale diffuso online non fa ben sperare. Fra trailer, clip, dietro le quinte e speciali, l’impressione di avere già visto almeno un buon 30% del film è molto forte. Questa sensazione ricorda da vicino quella provata pochi giorni prima dell’uscita di The Amazing Spider-Man 2, poi considerato flop. Non c’è nessuna correlazione diretta tra quantità di materiale utilizzato e tracking negativo del film, è ovvio. Eppure, a logica, viene da pensare che se lungometraggi come Guardiani della Galassia 2 si possono permettere di non mostrare più di tre trailer e qualche clip, forse questa libertà deriva da aspettative economiche solide.
La scelta di Marvel e Sony di saturare il mercato di immagini può significare un timore di prestazioni al di sotto delle aspettative.
Deadline ha pubblicato in esclusiva i dati del tracking dell’apertura di Spider-Man: Homecoming. Secondo le rilevazioni di mercato (non commissionate dalla Sony ma basate su sondaggi e sui dati di prevendita), il film dovrebbe avvicinarsi ai 100 milioni nel primo weekend. Se i dati dovessero realizzarsi, i fan del “bimbo ragno” potranno stare tranquilli. Un apertura attorno a quelle cifre si avvicinerebbe al primo weekend di Wonder Woman e supererebbe Transformers – L’ultimo cavaliere.
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Tom Holland è Peter Parker in una foto di scena di Spider-Man: Homecoming
Il vero ostacolo che il film dovrà affrontare sarà però la tendenza a decrescere che ha colpito le ultime avventure dell’Uomo Ragno. Se infatti Spider-Man 3 ha fatto gioire i produttori con quasi 900 milioni incassati nel mondo, lo stesso non fece Amazing Spider-Man. Il primo cinecomic della gestione di Mark Webb incassò 750 milioni mentre il secondo venne classificato come flop dopo avere incassato “solo” 700 milioni. Ora, intendiamoci, tali cifre sarebbero stratosferiche per qualsiasi film. Produzioni colossali di tale portata richiedono spesso 300-400 milioni tra spese di produzione e promozione. Di conseguenza il margine di profitto è assai risicato.

Dunque, qual è la situazione di Spider-Man: Homecoming?

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Robert Downey Jr. e Tom Holland in un’immagine dal film Spider-Man: Homecoming
Sicuramente il clima nei Marvel Studios è abbastanza disteso dopo questi primi tracking. Il film però non può essere considerato semplicemente come un “primo capitolo” ma come un vero e proprio sequel e, come tale, va valutato al botteghino. Non è noto il budget investito nella pellicola. Se Feige è riuscito a tenere basso il cachet di star come Robert Downey Jr, Marisa Tomei, Michael Keaton e John Favreau, assieme al costo di produzione, le cifre prospettate fanno ben sperare. Se così non fosse, il film potrebbe rendere alla Marvel meno del previsto (anche in funzione degli accordi doppi con Sony).
Se consideriamo la presenza di Iron Man come decisiva, non possiamo evitare di constatare che un’apertura da 100 milioni sarebbe assai inferiore a quella da 170 milioni di Iron Man 3 e di quella da 128 milioni di Iron Man 2. Il risultato sarebbe in linea con il primo Iron Man, proiettato nei cinema in un’epoca in cui i cinecomic erano distanti dai fasti attuali.
Non resta che aspettare e vedere quali saranno i risultati a corsa finita di Spider-Man: Homecoming. Sicuramente, qualora il film venisse gradito dal pubblico, tutte le previsioni andrebbero riviste in positivo.
E voi, quanto attendete il film?