Abbiamo intervista l’attrice e doppiatrice Roberta Valdes.
Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Roberta! Come, quando e con quali film nasce la tua passione per il cinema?

Buongiorno a tutto lo staff di CineAvatar e tutti i suoi lettori. Il cinema è la mia religione. Ho amato il cinema sin da piccola, prima ancora di saper parlare e scrivere. Ricordo i miei occhi pieni di meraviglia quando guardavo le pellicole in bianco e nero della Hollywood classica. Ma il film che ha cambiato davvero il mio immaginario fu Amadeus di Milos Forman. Rimanevo incantata dalla capacità del cinema di creare mondi. Fu così che divenni una cinefila che noleggiava videocassette, imparava a memoria tutte le battute dei film. La visione di “Double Indemnity” di Billy Wilder, “Duello al sole” di King Vidor fu incredibile per la mia formazione. Scoprii il noir e il bellissimo “Vertigine” di Otto Preminger. “All About Eve” di Mankiewicz. Guardavo tutti i film possibili. Scoprii Hitchcock, Spielberg, Scorsese. E poi crescendo Kubrick, Lynch, Tarkovsky, Herzog, Kieslowski, Tarantino. Penso che tutte le forme d’arte si avvicinano a una forza ultraterrena capace di illuminare il mondo.

Oltre al cinema, hai una grande passione per la danza. Ce ne puoi parlare?

La danza fa parte della mia vita e mi ha accompagnata nella mia formazione e nel mio allenamento quotidiano. Mescolo passi di danza con il mio essere attrice. Ho studiato danza allo Ials (istituto addestramento lavoratori dello spettacolo). Mi sono lasciata travolgere da diversi stili di danza: contemporanea, teatro-danza, burlesque ma, in particolare, negli ultimi anni mi sono specializzata nel mondo della danza del ventre e le sue fusion, flamenco arabo, tango. È un qualcosa legato alle varie sfumature della femminilità e con un passato viscerale e storico arricchente.

A riprova della tua poliedricità, sei anche doppiatrice. Ci puoi dire qualcosa a riguardo?

Il doppiaggio è un penetrante e articolato lavoro di artigianato. Ho cominciato con il doppiaggio dopo aver acquisito esperienza sul set cinematografico e sul palco. È un tipo di lavoro che mi ha cambiata anche come attrice. Definisco il doppiaggio come Strasberg Evolution nella mia esperienza. A differenza del lavoro sul set, dove l’attore ha la memoria del copione e conosce l’arco narrativo del personaggio, in sala doppiaggio l’attore/doppiatore, è pronto sul leggio, e si trova davanti il copione per la prima volta. L’attore, mentre legge, interpreta già il personaggio e deve seguire ogni respiro, ogni battito di ciglia del personaggio sullo schermo. L’attore deve avere la capacità di entrare subito nella situazione. Le singole scene in sala doppiaggio vengono chiamate anelli. Ho studiato con Carlo Valli, Bruno Alessandro, Antonio Palumbo, Stefano Onofri. Ho prestato la voce dei documentari e per delle serie animate come “Rapunzel” (la serie), “Elena di Avalor”, “Le avventure di Ben e Holly”. È una cosa che amo moltissimo interpretare un personaggio animato.

Chi sono gli artisti del cinema, registi e attori, ai quali tendi ad ispirarti?

David Lynch, Spielberg, Hitchcock, Tarantino, Kubrick, Orson Welles, Woody Allen, James Cameron, Inarritu, Daniel Day-Lewis, Joaquin Phoenix , De Niro, Al Pacino, Antony Hopkins, James Franco, Bradley Cooper, Natalie Portman, Rachel Weisz, Olivia Colman, Maryl Streep, Ava Gardner, Anna Magnani, Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Glenn Close, Audrey Hepburn, Katharine Hepburn, Cate Blanchett, Penelope Cruz, Javier Bardem, Jodie Foster, Naomi Watts. Continuo?

Ci puoi parlare dei tuoi lavori con Gianluca Testa?

Tutto è cominciato dal training per attori professionisti e dal laboratorio di produzione sperimentale da lui condotto. Successivamente mi ha selezionata per molti progetti cinematografici. Il mio ruolo preferito è stato quello di Miss De Finetti nel cortometraggio “Monthy Hall”. Era un personaggio femminile misterioso e seducente. Il lavoro fatto sul set è molto raro e potente. Il set, le luci, il rapporto con la macchina da presa è una magia. Niente come il cinema è in grado di catturare anche i più piccoli dettagli dell’interpretazione dell’attore.

roberta valdes

Hai fatto anche molto teatro, interpretando anche Giulietta in “Romeo and Juliet” al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

La mia Giulietta è ribelle e appassionata. E la porto sempre con me, come tutti i personaggi che fanno parte della mia vita. Era uno spettacolo itinerante che iniziava al tramonto ambientato in una villa antica di Spoleto. L’atmosfera era suggestiva e fascinosa, si sentiva l’odore dell’erba. Shakespeare, la tragedia greca e Anton Cechov sono i miei pilastri. Ho cominciato a fare teatro da quando avevo 15 anni. Il teatro mi è servito per l’auto disciplina, nell’improvvisazione, e soprattutto, qualunque cosa accada in scena…The show must go on!

Quali sono i tuoi film e generi cinematografici preferiti?

Per il cinema non esistono limiti. È la macchina più intelligente mai inventata. Una finestra che ti apre un mondo. Mi piace qualsiasi genere cinematografico. Dal Thriller alla fantascienza, dall’horror al western, dal drammatico alla commedia romantica, dal fantasy al noir. Tutto questo rispettando il principio di un film veramente ben fatto. Amo il cinema di David Lynch, la sua genialità nel mescolare mondi diversi all’interno dello stesso film per la capacità di stabilire una partita con lo spettatore in cui una situazione appare enigmatica ma dietro questo c’è un disegno lineare ben costruito. La visione di “Mulholland Drive” ha avuto un potente impatto nella mia formazione. Amo il cinema di Hitchcock e i suoi film in cui crea tensione anche con un semplice movimento di macchina. Amo il cinema di Kubrick e tutti i suoi capolavori mastodontici. Amo Steven Spielberg per la sua grandezza nel saper raccontare attraverso le immagini, anche se è un regista che, a volte, è un po’ sottovalutato dalla critica a causa dell’incasso che hanno avuto i suoi film.

roberta valdes

In particolare, i film italiani che ami di più?

“C’era una volta in America” di Sergio Leone, “Blow-Up” di Antonioni, “La strada” di Fellini, “Ieri, oggi, domani” di De Sica, “La terra trema” di Luchino Visconti.

CineAvatar è un sito frequentato da molti fan del cinema horror. Ti piace l’horror? Se sì, quali sono le tue pellicole horror preferite?

Sì, mi piace l’horror. Lavora sui generi cinematografici, è stimolante. I miei horror preferiti sono “La mosca” e “Videodrome” di Cronenberg, “Shining” di Kubrick e “Il sesto senso”, “The Others” (anche se sfociano di più nel thriller che nell’horror classico) e “Scream” di Wes Craven. Preferisco i film dove la tensione è psicologica, e anche attraverso un’inquadratura o i movimenti di macchina.

Ami leggere? Ci puoi elencare i tuoi autori e libri più amati?

La lettura fa parte del mio quotidiano, mi piace tantissimo leggere e spesso lo faccio ad alta voce, identificandomi con i personaggi. Anche nella letteratura mi interesso di generi diversi, tra i quali il fantasy e la fantascienza. I miei autori preferiti sono Saramago e Camus, di cui ho letto tutti i libri. Mi piace moltissimo “Lolita” di Nabokov, “Il signore degli anelli” di Tolkien, “Dracula” di Bram Stoker, “Frankenstein” di Mary Shelley, “La lettera scarlatta”, “La ragazza con l’orecchino di perla”, “Storia di una ladra di libri”, “Memorie di una geisha”, “La maga delle spezie”. Leggo anche moltissimi libri inerenti il cinema, o di regia e sceneggiatura.

Hai voglia di salutare i tuoi fan e i lettori di CineAvatar?

Certo! Un caro saluto a tutti e mi auguro che che il cinema e le arti vengano rispettate. Mi auguro che ci sia spazio per i nuovi artisti che hanno solo da portare perle rare nel cinema. Grazie a tutti. Viva il cinema di qualità, evviva la bellezza della sala cinematografica. Grazie e vi mando un bacio telematico.