Abbiamo intervistato l’attrice Alessandra Viganò.
Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Alessandra! Come e quando nasce la tua grande passione per il cinema?

Buongiorno a voi! La mia grande passione per il cinema e la recitazione nascono davvero molto presto. Quando ero bambina e guardavo i classici cartoni Disney in videocassetta, passavo poi ore a recitarli a mio padre sul balcone. Io facevo tutti i personaggi. È stato proprio mio papà ad indirizzarmi verso questo percorso.

Accantonando un attimo il cinema, hai una vasta esperienza in campo teatrale. Tra le tante, a quale pièce teatrale nella quale hai recitato sei più affezionata? Oltretutto sei stata in scena anche con “Dracula”!

Sicuramente al “K.Faust”, una rivisitazione del Faust di Marlowe con il personaggio del “Doctor Faustus” in versione femminile. Ho iniziato il percorso di studio sul personaggio del Faust tanti anni fa eppure, anche oggi, non potrei mai dire di essere arrivata ad una linea di traguardo. Faust è un uomo che sa tanto di tutto, arriva al limite della conoscenza del possibile tanto che decide di varcare l’impossibile: decide di evocare un demone (e, con conseguenza diretta, il demonio stesso) per esaudire tutti i suoi desideri. Ahimè, il povero Faust verrà poi dannato in eterno per questo ma, di certo, deve essersi divertito molto nell’arco degli ultimi 24 anni. Ecco, immaginate solo quante cose ci siano dietro a questo personaggio: curiosità su tutto, esoterismo, vita con un demone, dannazione eterna e molto altro. Ogni volta che lo portiamo in scena scopro sempre un dettaglio in più nel testo che mi ero persa via nello studio precedente…è incredibile! In Dracula il mio personaggio è stato un’aggiunta alla storia ed interpretavo, anche qui, lo spirito del Faust!

Tornando al cinema, il tuo esordio davanti alla macchina da presa avviene, correggimi se sbaglio, nel 2013, con il cortometraggio “Bulbasaur” di Angelo Mozzillo…

Sì, è stata un’esperienza molto bella. Ricordo un gruppo affiatato, la mia voglia di far bene e la bellezza della collaborazione e della leggerezza sul set. Il cinema è davvero costituito da piccoli, minuscoli passi che ti portano alla meta, al prodotto finale. Il team che ti circonda è fondamentale.

alessandra viganò

L’anno seguente sei nel cast di un altro corto, “Guarda che luna” di Michele Vairo. Di cosa parla questo corto?

“Guarda che luna” ci racconta di come i social, e il mondo virtuale in genere, ci abbiano portati ad estraniarci quasi completamente dalla vita reale. Vediamo un ragazzo ed una ragazza che messaggiano, compiono le loro azioni quotidiane prima di andare a dormire e questo telefono sembra che riesca a tenerli uniti anche da lontano. Al termine del corto, scopriamo però che i due ragazzi vivono nella stessa casa e vanno a dormire nello stesso letto, senza il minimo contatto reale.

Sempre nel 2014 reciti in “Casa di bambola”, corto scritto da Henrik Ibsen, diretto da Niccolò Bianchi…

“Casa di Bambola” rappresenta il bisogno di essere considerata una persona alla pari. È il sentirsi all’altezza in un mondo che non ti considera tale. È lo svegliarsi alla mattina e urlare dopo una vita di silenzi.

Il 2015 invece è l’anno di “Social Crime”, diretto da Anna Do Amaral.

“Social Crime” è un corto, idealmente girato con i telefoni dei personaggi, che racconta un evento. Lo spettatore vive la storia dagli occhi dei ragazzi che la stanno vivendo. Due amiche, in vacanza in Italia dall’America, scoprono una casa apparentemente abbandonata. Curiose, cercano all’interno qualcosa di interessante, di misterioso. Nella stessa sera, però, anche due ladri decidono di entrare nella stessa casa. A flash di immagini, vediamo le azioni e le emozioni dei quattro personaggi che vivono la stessa storia da punti di vista differenti.

Che ruolo avevi invece in “ARIANNA – Abbracci velenosi” di Alessandra Mimini?

“ARIANNA – Abbracci velenosi” è un corto che amo profondamente. Vediamo una ragazza, in una vasca da bagno, che inizia a graffiarsi e a farsi del male. Per un attimo perde completamente le forze ma poi rinasce, supera la crisi, riesce a fermare quel dolore. La ragazza del corto ha litigato con sua madre, ma lo spettatore può colorare quello che vede con le proprie emozioni, dato che non abbiamo testo. Lo ricordo con affetto perché è stato un corto completamente improvvisato, sono finita nella vasca da bagno e sono rimasta sola per qualche ora con me stessa, anche se costantemente ripresa dall’occhio attento della camera.

alessandra viganò

Sei nel cast anche di “Moonshine” di Gabriele Zaffarano. Come andò in quell’occasione?

“Moonshine” è la storia di un sogno lucido che ci catapulta negli anni ’20 all’interno di uno speakeasy dell’epoca. Immergersi in un periodo storico diverso dall’attuale è sempre molto interessante!

“Una birra al bar all’angolo”: corto di Nicolò Riboni tratto niente meno che da un racconto del grande Charles Bukowski. Ci puoi raccontare qualcosa di quest’opera? Siamo molto curiosi!

“Una birra al bar all’angolo” è una critica all’omologazione, all’esclusione del diverso. Un uomo, volutamente solitario, viene attaccato dal “branco” dei frequentatori del bar solo perché decide, in maniera plateale, di non voler fare amicizia con una “personalità forte” del gruppo che lo circonda. Non puoi scegliere di prendere una strada diversa perché, altrimenti, sarai deriso e incolpato per essere stato semplicemente te stesso, per esserti ascoltato davvero.

Ancora un cortometraggio, “The Future is Mine”, prodotto da Barera Studios, in collaborazione con Lombardia Film Commission, e diretto da Luca Barera. Di cosa parla?

“The Future is Mine” parla di un ragazzo pieno di sogni, circondato da persone che vogliono disilluderlo, che vogliono portarlo sulla strada che loro hanno disegnato per lui. Grazie anche all’aiuto della sua migliore amica, il protagonista riuscirà a liberarsi dalla rete dei consigli degli altri e arriverà a mettere tutti alle strette: o con me o contro di me. È un invito al non arrendersi, perché spesso le parole degli altri rispecchiano paure ed egoismi che non ci appartengono.

Sei parte di un progetto un po’ particolare nel 2019, un video di realtà virtuale, con la società “Impersive Srl” per “Banca Intesa Sanpaolo”.

È stato un progetto molto interessante. Attraverso un visore VR potevi essere catapultato nel futuro dove l’inizio era uguale per tutti ma, solo attraverso le tue decisioni step by step, potevi decidere (inconsapevolmente) come sarebbe andata a finire la storia. Un primo appuntamento con Giulia sulla tua navicella: riuscirai a portarla sana e salva alla fine della serata?

alessandra viganò

In questo 2021 invece hai una figurazione speciale per “Creativi Digitali snc”. Di che genere di progetto si tratta?

Ho fatto la figurazione speciale per un video interno di un’azienda farmaceutica, una “comparsa con battute”. Sicuramente non mi ha portata a fare un lavoro intenso sul personaggio, ma è stato a tutti gli effetti “il lavoro della ripresa”: mascherine, distanziamento e tanta voglia di ricominciare.

Quali sono i tuoi film e generi cinematografici preferiti?

Amo molto i film/musical ambientati nel passato, soprattutto dove c’è una storia d’amore che finisce male. Recentemente ho visto “The Virgin Queen” che ho trovato davvero meraviglioso. Adoro il “Moulin Rouge” e “Les Miserables” tanto quanto il  “Dorian Gray” e “Braveheart”.

I lettori di CineAvatar amano molto il cinema horror. Ti piace questo genere? Se si, quali sono i tuoi film horror preferiti?

In realtà no, per niente! Vi dico solo che, se vengo trascinata a vedere un film horror, mi metto una mano sugli occhi lasciando solo delle piccole fessure quando sento che parte la musica a preludio di qualche colpo di scena da cuore in gola.

Ti piace leggere? Quali sono i libri che ami di più e che ti porteresti nella classica isola deserta?

Mi definirei più “un’affamata curiosa”. Da libri, video e film cerco di prendere una manciata di informazioni per poi buttarmi su un’altra manciata di un altro colore. Un inizio ed una fine l’hanno sicuramente avuta quelli che mi hanno appassionata di più, come “Il Codice da Vinci” o “La ragazza con l’orecchino di perla”. Sì, ho tantissimi libri letti a metà che, ormai, dovrei riprendere per forza dall’inizio. Sicuramente, quelli che mi hanno lasciato ancora “affamata” e che porterei sull’isola deserta con me sono “Il lavoro dell’attore sul personaggio” di Stanislavskij (che ho quasi finito, a dire la verità) e “Storie di Casa Farnese”, famiglia del “Principe di Parma” del Faust.

Attualmente sei impegnata nell’ennesimo spettacolo teatrale, “L’altra parte di me”. Hai voglia di parlarcene?

È uno spettacolo teatrale tratto dal romanzo “L’altra parte di me” di Cristina Obber. È la storia d’amore tra due ragazze durante gli ultimi anni del liceo, che si conoscono dapprima in chat e poi dal vivo. Francesca è di Bassano del Grappa, Giulia è di Bari. Due ragazze così giovani che, per stare insieme, dovranno affrontare problemi molto più difficili della semplice distanza che le separa. “Il mondo non ci vuole”, è questa la frase che esprime a pieno tutta la fatica che questo amore deve fare per sopravvivere e per potersi vivere a pieno. E, alla fine, ci riescono: da due mondi distanti tra loro riescono a crearne uno comune, la loro casa, accettata o meno dalle altre persone che ruotano intorno alle loro vite. Uno spettacolo che ti prende allo stomaco e che chiede, a gran voce, di lasciare a tutti la libertà di amare.

So che prestissimo sarai impegnata in un cortometraggio molto ambizioso del giovane regista veneto Nicola Pattaro, “Alfa e Omega”. Ci puoi dare qualche anticipazione sul tuo ruolo? Siamo molto curiosi!

Il mio ruolo sarà quello di Alfa, “il principio”. Così come Omega, non rappresento un essere finito, ma ho bisogno della mia metà per intraprendere il mio percorso. Delicata, eterea, sospesa: “Alfa” è nell’aria, nella luce del sole e in tutto quello che ci fa bene al cuore. “Alfa” ritorna a vivere quando ci sorprendiamo inaspettatamente della bellezza di ciò che ci circonda.

Ti va di salutare i tuoi follower e i lettori di CineAvatar?

Ciao ragazzi! Prendete per mano i vostri sogni e portateli lontano!