TOMORROWLAND – IL MONDO DI DOMANI, la recensione

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Walt Disney ci porta nelle atmosfere nostalgiche e magiche del ‘Mondo di Domani’ con Tomorrowland, un mondo esclusivo fatto per i sognatori.
Il film, diretto da Brad Bird (Gli incredibili, Ratatouille) e scritto in collaborazione con Damon Lindelof, (Lost, Star Trek e Prometheus) racconta la vicenda di Frank (George Clooney), ex bimbo prodigio, e Casey (Britt Robertson), adolescente molto intelligente e con una grande passione per la scienza, che verranno condotti dalla bambina “artificiale” Athena (Raffey Cassidy) in un’avventura nella misteriosa dimensione chiamata Tomorrowland, governata da un intrigante Hugh Laurie.
Il cineasta due volte premio Oscar per i migliori film d’animazione Gli IncredibiliRatatouille punta tutto sull’immagine a discapito, sfortunatamente della scatola narrativa e della trama. Alcune scene sono dei piccoli gioielli visivi, ricche di effetti speciali straordinari (la Tour Eiffel che si apre a metà e diventa la rampa di lancio per un razzo è una di queste) e talvolta sorprendenti ma che da sole risultano sterili e non bastano a sostenere l’intero film. La fascinazione e lo stupore sono forse le uniche carte vincenti di una pellicola confusa e che pretende di raccontare troppo senza riuscirci pienamente.
Il leitmotiv è lo stupore dello spettatore che, tra la confusione generale, non si fa troppe domande e non si chiede il perché succedano le cose. A sostegno della sensazione spiazzante è probabilmente lo stesso finale, affrettato e poco incisivo, che sembra soddisfare appieno questo concetto.
Disney's TOMORROWLAND Casey (Britt Robertson)  Ph: Film Frame ©Disney 2015
La pellicola, nella sua completa totalità, ha infatti un punto debole: pensare che la semplice seduzione estetica, la dimensione ingenua del bambino che vede il mondo per la prima volta, sia completamente slegata dalla curiosità di chiedersi perché accadano tali situazioni (comportamento tipico dei bambini); a maggior ragione in un film in cui i protagonisti sono scienziati. A tratti sembra di essere ritornati negli anni ’80 con immagini e citazioni che riportano al cinema del passato in tutta la sua magnificenza e il splendore. Per quanto l’impatto e il ricordo dei cinefili più sensibili, che hanno vissuto in prima persona l’epoca dei mitici ’80, sia senza dubbio affascinante e rievocativo, la pellicola risulta quasi datata poiché non ha il potere empatico di abbracciare le nuove generazioni, che non hanno riferimenti e, di conseguenza,  rimangono spiazzate.
Nulla di nuovo sotto il sole: azioni, inseguimenti, sparatorie, robot cattivi e robot che provano sentimenti umani (elegante, aggraziata e glaciale la giovanissima Raffey Cassidy, chapeau) in un mondo di domani che forse è più confuso e caotico di quello di oggi.
Il film si ispira ad un’attrazione di Disneyland, costruita nel 1955, alla quale Walt Disney era molto legato poiché incantato dal futuro e dal sogno di un mondo “nuovo e tecnologico”. Qui dello zio Walt rimane l’idea che il mondo sia dei sognatori e degli ottimisti.
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