THE STARTUP, la recensione del film di Alessandro D’Alatri

Il poster di The Startup di Alessandro D’Alatri
The Startup è il nuovo film di Alessandro D’Alatri, dedicato al fondatore di Egomnia Matteo Achilli.
Il lungometraggio è stato accompagnato nella sua uscita da molte polemiche legate allo status imprenditoriale del suo protagonista. Chi è Matteo Achilli, un giovane geniale o solo un millantatore?
Decidere se affrontare questo interrogativo nella recensione, o lasciarlo ai margini, significa scegliere tra due interpretazioni differenti dell’opera di D’Alatri. The Startup, nonostante la sua atmosfera volutamente vicina all’ottimismo statunitense, non è un film su una persona o su un’azienda, ma una dissertazione audiovisiva sul concetto di merito.
La storia vera di Matteo Achilli racconta di un giovane romano che, dopo avere subito alcune ingiustizie, decide di muovere guerra al mercato delle raccomandazioni lavorative. Decide quindi di fondare Egomnia, una piattaforma web che classifichi gli iscritti, aspiranti lavoratori, secondo un indice di merito. Il successo del sito fu immediato, ma assai turbolento, quasi quanto la vita di Achilli stesso (per lo meno stando a ciò che viene mostrato nel film).
Il paragone con The Social Network di David Fincher sorge spontaneo. Eppure, campagna promozionale a parte (il trailer è stato montato in modo troppo fuorviante), The Startup eredita dal suo predecessore americano solo il senso di rivalsa che permea le azioni dei personaggi. Per il resto, laddove Fincher si concentrava sulle controversie attorno alla figura imprenditoriale di Mark Zuckerberg,
Il regista Alessandro D’Alatri si interessa maggiormente del contesto sociale in cui un giovane può muoversi per portare a termine le proprie idee. Se si guarda sotto la patina ottimista del film, che sembra esaltare istituzioni come la Bocconi, oltre che Egomnia e Achilli stesso, si può cogliere uno strato ironico e assai critico.

The Startup, di Alessandro D’Alatri
Matteo viene presentato inizialmente come una sorta di nuovo “Benjamin Braddock” (il protagonista de Il Laureato). Entrambi sono circondati dall’acqua di una piscina, sotto lo sguardo pesante di un mondo adulto, che li confina in un acquario protetto, con dei limiti ben stabiliti. Non appena l’Achilli cinematografico (Andrea Arcangeli) esce dal proprio ambiente, lo scontro con il mondo esterno è tutt’altro che pacifico.
Il trauma dell’incontro con il mondo porta alla prima, laconica, consapevolezza, che mette in crisi il concetto di merito. “Non importa quanto studi, ma dove” viene detto a Matteo. Da quel momento il film sembra raccontare una storia diversa da quella di Egomnia. Le esperienze di prestigio, le possibilità di studio, i viaggi e le qualifiche, non esauriscono il merito di una persona. Lo stridore tra i caratteri di Matteo e Giuseppe (Luca Di Giovanni), un ingegnere informatico che ha contribuito a costruire la piattaforma, porta a scontri tra due ideologie. Il giovane imprenditore, gonfio dalla corsa al successo, ricerca l’eccellenza, senza vedere l’insostituibilità di Giuseppe.
The Startup, a questo punto della vicenda, si dimentica di Egomnia e si concentra nella più interessante indagine nei rapporti lavorativi. La storia e le persone contano più del concetto numerico di merito. La passione, la fedeltà, la crescita comune attorno ad un progetto, sono gli elementi che fanno veramente la differenza. Il Matteo Achilli interpretato da Andrea Arcangeli lo capirà, forse, appena in tempo.

The Startup, di Alessandro D’Alatri