Le recensioni di Parasonnia e KillHz, cortometraggi thriller-horror diretti dal regista indipendente pugliese Pietro Cinieri 

Parasonnia

“Parasonnia” di Pietro Cinieri

Clarissa è una giovane donna segnata da un passato che non riesce ad andare via. Il ricordo di qualcuno, o di qualcosa, che continua ad ossessionarla e non ne vuole proprio sapere di andarsene. Anche se determinata ad andare avanti, potendo contare sul supporto
a distanza della propria famiglia, Clarissa ha iniziato a soffrire di paralisi ipnagogica, un disturbo del sonno che le causa spaventose allucinazioni durante il sonno. Ma sono soltanto allucinazioni?

Parasonnia“, breve cortometraggio thriller di Pietro Cinieri, selezionato recentemente al “Lamezia International Film Fest” (Italia) e al “Veracruz World Film Festival” (Messico), risulta essere, a parere di chi scrive, una delle opere meglio riuscite del regista pugliese. L’atmosfera “plumbea” e rarefatta, grazie anche alla buona fotografia, è quella di una snervante (e soffocante) attesa, che esplode in modo secco e convincente nella violenza ferina, nel puro terrore. La buona riuscita di “Parasonnia” risiede, e viene corroborata, anche dall’ottima interpretazione della giovane protagonista, Maria Arismendi, intensa ma allo stesso tempo misurata. L’attrice restituisce allo spettatore in modo ammirevole la profonda ansia di chi soffre di paralisi ipnagogiche. Curiosità: il corto è stato girato nella casa del regista durante il primo lockdown dell’anno causato dal Covid-19. Nel finale troviamo anche il regista nelle vesti di attore. “Parasonnia”, nonostante l’argomento, rappresenta una vera e propria aria fresca nel panorama attuale, non certo esaltante, dei cortometraggi horror italiani.

“KillHz” di Pietro Cinieri

L’ispettrice Lara Sanchez, a distanza di un anno, decide di ritornare sul luogo della scomparsa di sua sorella e far chiarezza sul caso irrisolto. Durante il tragitto la radio dell’auto inizia a trasmettere strani suoni.

“KillHz” sembra voler rendere omaggio alla tradizione degli horror “on the road” americani degli anni 90. La trama è la solita, e non brilla certo per originalità: l’eterno confronto mortale tra il killer e la vittima, che in questo caso, come in molti altri, è una donna. L’atmosfera creata da Cinieri, come in “Parasonnia”, ma in misura minore, è abbastanza riuscita. L’attesa colma di tensione prima, la deflagrazione improvvisa della violenza e del sopruso poi: il finale non convince del tutto poiché rimane troppo “sospeso”. Di contro, per quanto breve, possiamo apprezzare la buona interpretazione di Angelo Lotta, cattivo e risoluto al punto giusto, senza strafare. “KillHz“, pur essendo qualitativamente abbastanza inferiore a “Parasonnia”, si presenta come un progetto comunque valido e più che dignitoso. I dialoghi dell’opera sono sia in italiano che in lingua spagnola (sottotitolati in italiano).