
Mathieu (Jules Benchetrit) è un giovane delle banlieue che un giorno, nella confusione di una stazione di Parigi, inizia a suonare un pianoforte a disposizione del pubblico. In quel momento passa da quelle parti il direttore del Conservatorio Pierre Geithner (Lambert Wilson), che riconosce l’eccezionale talento di Mathieu. La proposta di entrare in conservatorio non interessa il giovane, che preferisce vivere dei furti messi a segno insieme a due suoi amici. Dopo un colpo andato storto, però, sarà proprio Pierre a proporre uno scambio: egli eviterà la prigione al giovane in cambio di qualche ora di lavoro. Il suo vero scopo è, in realtà, quello di preparare Mathieu a un concorso nazionale di pianoforte.
Ludovic Bernard porta sullo schermo la storia di un ragazzo di periferia che cerca di uscire fuori dalla sua condizione difficile con tenacia, coraggio e attraverso il suo talento.
Nonostante le premesse, la pellicola soffre di una mancanza di freschezza. Sin dalle prime scene, infatti, abbiamo la sensazione di stare guardando qualcosa di già visto, una sorta di favola moderna che si sviluppa tra le pieghe di culture e mondi diversi. Le note finali sono assolutamente prevedibili già dall’inizio e l’assenza di una linea originale nella costruzione del film rende la narrazione troppo anodina e lineare.
