Licorice Pizza è il folgorante ritorno al cinema di Paul Thomas Anderson. 

Paul Thomas Anderson mette in scena la sua scintillante visione della San Fernando Valley degli anni ’70 nel suo ultimo film Licorice Pizza.

La Valley dei ricordi di Anderson è sognante e piena di opportunità. Così le lunghe e magiche ore di camminata, le conversazioni e il senso di avventura dietro ogni angolo rendono la città un luogo dove tutto può succedere.

L’amore per la Valley è palpabile. Anderson conosce bene il luogo della sua infanzia e lo dimostra la messa in scena dell’espansione suburbana e gli anonimi centri commerciali. Questo è il luogo di Licorice Pizza, la catena di negozi di dischi della California meridionale che dà il titolo al film.

Anderson trasmette in questo film tutta la sua passione per il dramma elaborato convertendolo in una storia sorprendentemente dolce. Il racconto si snoda in maniera discontinua, passando da un ricordo all’altro come in un flusso di coscienza sapientemente indirizzato. La narrazione è inaspettata e Anderson cambia i toni con rapidità e precisione passando dall’umorismo assurdo alla tenerezza di una storia d’amore (o più correttamente d’innamoramento) attraversando anche l’azione. Licorice Pizza si snoda nel migliore dei modi: non sai mai dove sta andando, ma non vedi l’ora di scoprire dove andrà a finire e quando sarai arrivato non vorrai che finisca.

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Perfette imperfezioni

Cuore pulsante di Licorice Pizza sono i due protagonisti: Alana Haim e Cooper Hoffman, entrambi al loro debutto cinematografico, sono perfetti nelle loro adorabili imperfezioni. L’anima del racconto, che non è facile da definire, è sostenuta dalla naturalezza e spavalderia dei suoi due giovani protagonisti in tutta la loro ingenua leggerezza.

Hoffman, figlio del compianto Philip Seymour Hoffman, la cui lunga e fruttuosa relazione con Anderson ha portato ad alcuni dei lavori più importanti della sua carriera, ha un aspetto e un comportamento molto diversi da suo padre: da un lato esprime un ottimismo contagioso e fanciullesco, ma dall’altro ne condivide l’intrigante presenza sullo schermo. Haim invece ha quel carisma radioso e magnetico che rende impossibile distogliere lo sguardo da lei. Ha un tempo comico impeccabile e fa costantemente scelte ispirate. Insieme, lei e Hoffman, hanno la chimica vivace delle commedie stravaganti totalmente a loro agio in questo ambiente anni ’70.

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Correre a perdifiato

La trama sembra perdere valore di fronte alle ostinate corse di Alana e Gary, alle lunghe camminate e alle improbabili avventure che li vedono protagonisti. Licorice Pizza racconta questo: due giovani che corrono per la valle, avviano vari affari, flirtano facendo finta che non si interessino l’uno dell’altro e intrecciano relazioni con altre persone per evitare di innamorarsi l’uno dell’altro. Nonostante la grande differenza d’età, lei 25 lui 15, ciò che rende sensata questa storia d’amore è l’essere estremamente platonica; Gary ha un approccio alla vita e un’intelligenza oltre i suoi anni. Tra loro c’è ammirazione, rispetto e competizione, ma anche gelosia e risentimento. La spontaneità di un rapporto sospeso tra adolescenza e vita adulta, ricco di sfumature di libertà.

I dettagli sono curati ed estremamente deliziosi e ci sono scene dai toni nostalgici e romantici come Gary che corre al rallentatore tra le lunghe file di macchine alle pompe di benzina con Life on Mars? di David Bowie in sottofondo.

Il tono dolorosamente romantico oscilla per tutto il film da un episodio all’altro nella vita di Alana e Gary portandoci alla nostalgia di tempi che (forse) non abbiamo vissuto e amori che (forse) non abbiamo mai conosciuto.

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