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A tre anni di distanza dal primo divertente episodio, il regista Dzenndi Tartakovskij torna nel magico e tetro mondo di Dracula & Co. per dar vita al nuovo Hotel Transylvania 2, ennesimo ‘dipinto’ colorato del cinema d’animazione che sfrutta ancora una volta la tecnica del 3D, se però riuscire a rendere appieno il trattamento stereoscopico.
La vicenda ci riporta nella terra dei vampiri in Transylvania, nel prestigioso hotel costruito nel precedente film dal Conte Dracula. La figlia di quest’ultimo, decide di convogliare a nozze con un umano dando alla luce, poco tempo dopo, un bambino.
Nonostante lo scetticismo del nonno Dracula, che non vede di buon occhio gli umani, si affeziona comunque al nipotino, tanto da insegnargli a diventare vampiro, approfittando dell’assenza dei genitori in vacanza.
Il piano dell’attempato avo paterno fallisce però miseramente quando la madre del piccolo ne viene a conoscenza, minacciando il padre di andarsene con la famiglia, senza fare più ritorno all’hotel. Ma a questo punto, la trasformazione del bimbo in vampiro si compie, dando prova dei suoi poteri e uccidendo la guardie del corpo del bisnonno, venuto in visita del bisnipote, contrario ad avere un erede per metà umano.

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Nonostante l’innegabile qualità tecnica la regia non è molto brillante: la trama risulta a tratti priva di spessore e piuttosto banale, anche se la considerazione più ovvia e logica riguarda certamente il target di riferimento. Il film punta principalmente ad un pubblico più piccolo, senza dubbio affascinato da un universo pittoresco e quasi inarrivabile come quello inscenato in Hotel Transylvania 2, ma potrebbe assopire i più grandi data la mancanza di particolari spunti narrativi e ad un intrattenimento dozzinale tipico del cinema per famiglie. Considerato ciò, il risultato è dunque discreto e il divertimento per i piccini è assicurato.
Il famoso 3D conferma la sua inutilità nel panorama contemporaneo, poiché è ormai diventato stantio, fermo, arenato, o meglio non ha quasi mai avuto il potere di incantare o trascinare lo spettatore, a livello visivo e sensazionale, nella terza dimensione.

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L’enorme esperienza di Tartakovskij nel campo dell’animazione non è certo da mettere in discussione (Star Wars: Clones Wars, Samurai Jack) ma quando si parla di questo genere di pellicole è sempre difficile rimpolpare a più prese o rimettere le mani a sceneggiature essenziali e standard, che non aggiungono niente di nuovo a ciò che è già stato abbondantemente mostrato in passato. Forse è per questo che il cineasta ha rinunciato a dirigere il terzo capitolo affermando però di “avere tante idee per la testa e progetti da realizzare”.
Finché c’è vita c’è speranza, ma dati i risultati, forse le aspettative non più quelle di qualche anno fa. Che ormai il sole stia già tramontando anche sui cartoons? Per alcuni è già calata la notte….ma si sa, i vampiri non attendono altro.

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