Venezia 74: FIRST REFORMED, la recensione del film di Paul Schrader

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Amanda Seyfried in First Reformed
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Ethan Hawke in First Reformed
Il cinema di Paul Schrader ci ha sempre abituato ad una visione dura e viscerale del mondo. È proprio sulla base di questo suo immaginario che il regista ha costruito la narrazione della sua ultima fatica presentata in concorso a Venezia. First Reformed non è solo un film complesso e metamorfico, ma soprattutto distruttivo e autodistruttivo come il protagonista. La pellicola infatti sembra subire un processo di involuzione così come il reverendo interpretato da Ethan Hawke (sempre comunque attento alla caratterizzazione dei suoi ruoli). Se nella prima parte il regista indaga su questioni puramente ideologiche, nella seconda, invece, conduce il pubblico nel delirio umano del protagonista, in preda a visioni mistiche e alla dipendenza dall’alcol.
La delusione maggiore deriva da un finale che disattende le aspettative e quasi compromette la coerenza narrativa raggiunta fino a quel momento. Resta ad appannaggio dello spettatore l’interpretazione del passaggio finale, nel caustico dualismo tra amore e fede, dolore fisico e calvario emotivo.
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Amanda Seyfried in First Reformed
Se nella figura incerta del protagonista, specchio della visione drammatica e negativa del regista, non troviamo alcuna redenzione, si percepisce ancora di più quanto Schrader tenda a sottolineare la perdizione dell’uomo moderno fronte al male. Un male che affligge il mondo e che nemmeno la fede è in grado di consolare. Quello che resta sono solo due soluzioni possibili, tanto antitetiche quanto radicali: la violenza e la compassione.
Il film è stilisticamente perfetto, composto da inquadrature essenziali e simmetriche, che spesso ritraggono la solitudine dell’uomo e il suo sentirsi estraneo al mondo che lo circonda.
First Reformed è espressione di un pessimismo cosmico che viene appesantito da un ritmo disteso e a tratti monotono e fatica a realizzarsi pienamente per via di un plot twist incentrato sulle visioni oniriche del protagonista. Una pura pratica stilistica piuttosto che un vero cambiamento di rotta. I dialoghi sono intrisi di sconforto e rabbia per le tematiche più disparate dal cambiamento climatico al un sistema politico e la crisi spirituale restando momenti di riflessione saltuari.
First Reformed è un film destinato a dividere i giudizi del pubblico, così come quelli della critica presente al Lido.

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