Arriva nelle sale Biancaneve, la trasposizione in live action del classico Disney, ed è davvero il disastro annunciato.
Che pasticcio Biancaneve!
Senza troppi giri di parole, Biancaneve è un film brutto, per le ragioni più varie e, forse, inaspettate. Il remake in live action di Biancaneve è davvero pessimo nella sua realizzazione, imbrigliata in un continuo ed estenuante gioco delle intenzioni, e nel rivedere una storia sotto una luce moderna cercando di mettere delle pezze più grandi del buco.
Biancaneve è un film che è stato rimaneggiato, tante, anzi troppe volte, finendo per essere una brutta copia di se stesso.
Il film, nato sotto una cattiva stella, si preoccupa molto più di evitare le polemiche che di realizzare davvero qualcosa di sensato. Non è la cultura woke ad aver compromesso la riuscita del film, ma aver assecondato un sentiment negativo che già circondava la produzione.
Il film arranca, è pesante, verboso e alla fine ti ritrovi a fare il tifo per la Regina Cattiva (Gal Gadot) poichè metta fine a questa agonia; la sua cattiveria, almeno, è rimasta la stessa.
Cosa si salva?
Niente. Siamo intellettualmente onesti nel riconoscere che questo film ha molti più problemi che pregi. Il classico Disney è un pallido ricordo in questa trasposizione che fa una scelta più controversa che sensata.
Il film non vuole toccare temi spinosi, ma riesce solo a sottolinearne il maldestro tentativo. Biancaneve non si chiama così per la sua pelle, ma perché ha domato la neve; un assunto che non verrà mai spiegato e che, anzi, diventa ancora più confuso all’apparire di un fiocco di neve in un bosco primaverile che sembra voler trasformare Biancaneve in Elsa di Frozen. Scampato pericolo, ma tutto completamente a caso.

Il principe (Andrew Burnhap) perde la corona e diventa Flynn Ryder di Rapunzel (con lo stessa cromia, ma con meno carisma) con tanto di scenetta con lucciole e lanterne, giusto per ricreare completamente le atmosfere romantiche di Rapunzel. Un fastidio più unico che raro.
Spoiler alert: il bacio della discordia c’è, ma il racconto che precede il fatto è, a tutti gli effetti, una storia d’amore che sboccia tra i due protagonisti. L’inversione di tendenza è che Biancaneve è troppo impegnata a salvare sé stessa per pensare a un principe che venga in suo soccorso, ma nemmeno questo punto regge per tutta la durata della vicenda.
Passando poi alla rivalità tra la regina cattiva, obiettivamente più affascinante (Gal Gadot), e Biancaneve (Rachel Zegler), viene rimarcato quanto, quest’ultima, vanti la bellezza più preziosa: quella interiore. E non mancano di ripeterlo ogni 5 minuti.

Motore, azione, disastro!
Il comparto tecnico è incredibilmente alla deriva. La regia di Marc Webb è irriconoscibile, mentre si muove su una sceneggiatura inspiegabilmente delirante.
La fotografia è disunita, così come la parte di animazione. Sembra di vedere chiaramente dove sono stati inseriti i raccordi per risistemare il film. Tutto è posticcio, finto, macchinoso e impostato. Spiace parlarne in questi termini, ma il pessimo lavoro si vede tutto. Anche l’estetica ha qualcosa che fa storcere il naso a partire dai costumi che risultano davvero cheap con una resa finale misera.
Com’è il film?
Biancaneve non è un film non riuscito perché ha cambiato i presupposti della fiaba originale, ma perché questi cambiamenti hanno portato a un risultato davvero deludente; un film contraddittorio, confuso e tratti irritante.