Quanta influenza hanno avuto Quentin Tarantino ed Edgar Wright sul cinema taiwanese? La risposta è All Because of Love. Questo perché il film ha l’esplicito proposito di essere una commedia folle, totalmente fuori dagli schemi, citazionista all’inverosimile (dagli spaghetti western a Romeo + Giulietta), bombardante grazie a un montaggio sotto steroidi.
Er-kan è uno studente innamorato della ragazza più bella della scuola. Egli è disposto a fuggire su un’isola per innamorati e adottare il figlio che lei sta per avere da un altro ragazzo. Durante il viaggio surreale, i due avranno tanti aiutanti: una telepate figlia di un culturista, un nonno fin troppo giovanile, e vecchi amici d’infanzia entrati nella malavita.
È un peccato che la regia di Yi-chi Lien eccada, in più parti, nel suo stile post contemporaneo. Se si accetta di essere davanti ad un prodotto senza freni, non si può che godersi questo circo di immagini coloratissime. È, come accade per gran parte del cinema pop per ragazzi, solo questione di entrare all’interno del gioco filmico, per poter godere della visione del regista. Purtroppo però il kitsch spinto, che rende indimenticabili e graffianti il primo e il terzo atto, si arena man mano che si sviluppa la vicenda. Il divertimento scanzonato cede il passo a momenti di serietà che male si addicono al tono impostato. Questo provoca un danno al film non da poco dal momento che, data la sua originalità di approccio, richiede un po’ di tempo per venire accolto e recepito. Una volta fatto questo, All Because of Love tira il freno a mano, torna sui suoi passi uniformandosi a molto di già visto.
Yi-chi Lien sembra perdere, a lungo andare, la gioia e la leggerezza nella regia. Sembra perdere di vista la scuola e la coerenza di due maestri citati, anche con un un po’ di spirito di provocazione, poco prima. È la voglia di essere un buon film normale a rendere All Because of Love meno di quello che avrebbe potuto essere. Presentato al Far East Film Festival 2018.
