“È stata la mano di Dio”, di Paolo Sorrentino, è in Concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

 

Il diretto artistico Alberto Barbera lo ha annunciato ieri, il regista e sceneggiatore Premio Oscar® Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope) torna alla Mostra del Cinema di Venezia per la prima volto in concorso con È Stata La Mano di Dio, la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita.

Nel cast oltre a Toni Servillo, Filippo Scotti, Enzo Decaro, Luisa Ranieri, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Renato Carpienteri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano, Lino Musella e Sofya Gershevich.

Prodotto da Lorenzo Mieli e Paolo Sorrentino, È Stata La Mano di Dio è una produzione The Apartment, società del gruppo Fremantle. Il film arriverà nelle sale e sulla piattaforma Netflix nel corso del 2021.

 

Sorrentino è tornato a girare nella sua città natale a 20 anni dal suo debutto con L’Uomo In Più, del 2001 e sempre con Toni Servillo.

Da buon partenopeo l’amore per Diego Armando Maradona scorre nelle vene di tifoso del Napoli tanto da citarlo nel suo famoso discorso agli Oscar; c’è però un lato più profondo e privato che lo lega al campione, un senso gratitudine che nasce da un evento tragico di vita.

Nel 1986, quando Sorrentino aveva solo 16 anni, scampò per miracolo a un incidente in cui morirono i suo genitori, come ha raccontato ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera:

«A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente. Papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio»

 

Fonte: Comunicato Stampa