
Lars Von Trier le chiamava “Le Onde del Destino“, quei momenti della vita in cui il fato gioca un ruolo imprevedibile, assurdo e talvolta “surreale”.
È questo il destino di Debbie Reynolds, iconica star di Hollywood, che, a meno di 24 ore dalla scomparsa della figlia Carrie Fisher, si è spenta all’età di 84 anni, portando via con sé quell’aura candida, angelica e graziata che ha contraddistinto la sua figura nell’immaginario collettivo.
Diva dal talento purissimo, con una bellezza serafica ed elegante capace di incantare lo sguardo degli spettatori, la Reynolds è stata trafitta da un dolore immenso, quello per la perdita della figlia, che un genitore fatica a superare. E così, colpita da un ictus mentre stata organizzando il funerale di Carrie, se n’è andata perché, come dichiarato dal figlio Todd, “Voleva stare solo con Carrie“.

Nata a El Paso il 1º aprile 1932, all’anagrafe Mary Frances Reynolds, Debbie iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo a 15 anni, quando il produttore Jack L. Warner decise di scritturarla per un ruolo in Vorrei sposare di Bretaigne Windust. Due anni più tardi conquistò la sua prima nomination ai Golden Globes grazie al film Tre Piccole Parole, in cui prestava la voce a Helen Kane (cantante che ispirò il personaggio di Betty Boop). La sua ascesa fu inarrestabile. Nel 1952 recitò al fianco di Gene Kelly e Donald O’Connor in uno dei musical più affascinanti della storia del cinema: Cantando sotto la Pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly.
