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La notizia arrivata questa mattina all’alba è una di quelle che lascia increduli al risveglio.
Si è spento infatti, dopo una lunga e terribile malattia il mitico regista Wes Craven, eterna leggenda del cinema horror che ha rivoluzionato, insieme ai colleghi John Carpenter e Sam Raimi, il concetto di ‘paura’ ed è riuscito attraverso il suo linguaggio filmico a disturbare il sonno di milioni di spettatori trascinandoli in una sorta di limbo emozionale dove il ‘perturbante’ e ‘l’inquieto’ regnano inesorabili.
La sua straordinaria carriera è legata indelebilmente a grandi pellicole dell’orrore: Craven è stato uno dei demiurghi più anticonvenzionali del genere, un traghettatore che ha saputo portare alla ribalta personaggi diventati fenomeni culturali quali ‘il signore degli incubi’ Freddy Krueger nella saga di Nightmare (anni ’80) e il serial killer Ghostface, aguzzino mascherato che rievoca l’Urlo di Munch, nella serie di Scream (anni ’90), una sequela eccellente di lungometraggi diventati cult ed entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo.
Nato a Cleveland in Ohio il 2 agosto 1939, Wes Craven debutta alla regia nel 1972, all’età di 33 anni, con il fenomenale film d’exploitation L’ultima casa a sinistra, slasher cinico e realistico ispirato al classico di Ingmar Bergman La fontana della vergine, che metteva in luce e anticipava il suo stile ribelle e mai rinunciatario e quello spirito da esploratore innovativo della settima arte che ha fatto scuola ed ancora oggi viene considerato come tale. Un narratore impavido che sentiva il bisogno di raccontare le sue storie, concepite sempre in rapporto diretto con la società e lo spaccato politico del periodo, quasi a volere sdoganare gli infiniti stereotipi imposti dal sistema.
Ma la sua ‘invasione’ nel cinema era appena cominciata. Nel 1977 portò sul grande schermo Le Colline Hanno Gli Occhi, una pellicola che scava nei meandri più oscuri e profondi dell’America, dove vegeta un microcosmo di emarginati e di umanoidi deformati, frutto di esperimenti nucleari da parte dello stato federale, prospero e favorevole a dimenticare coloro che avevano molta poca fortuna. Il lungometraggio era una dura protesta contro gli Stati Uniti, enfatizzata dalla durezza estetica delle immagini di quei mostri, simbolo decadente di una società intaccata dal marciume.
Negli anni seguenti arrivarono poi al cinema Il Mostro della Palude (1982), Invito all’inferno (1984) e poi il terrificante Nightmare (1984), che contribuì al successo della New Line Cinema e al lancio di uno dei franchise più fortunati di sempre. La vera intuizione di Craven fu quella di generare un entità malefica ‘incontrollabile e inafferrabile’, figlia delle paure più profonde dell’inconscio umano. Poi nel 1998 arrivò l’esoterico Il Serpente e L’arcobaleno, forse il film dalle tematiche più anarchiche del suo cinema, che anticipò La Casa Nera e spianò la strada al mito di Scream e dei suoi seguiti. Il cineasta non si limitò soltanto ad illuminare il filone che favorì la sua fama, ma volle esplorare anche il terreno della commedia firmando il dramma musicale La musica del cuore  con Meryl Streep e un episodio del film collettivo Paris Je t’aime che venne presentato al Festival di Cannes nel 2006.
Foto di Ricardo DeAratanha / Los Angeles Times
Foto di Ricardo DeAratanha / Los Angeles Times
Probabilmente e senza i suoi primi film, il cinema horror non avrebbe avuto quella forza e quella spinta vitale per esprimere un malessere sociale che negli anni ’70 e ’80 si era radicato prepotentemente nelle istituzioni statunitensi.
Oggi più che mai, la tenacia ed il coraggio di Wes Craven verranno ricordati per aver cambiato le regole e gli stilemi del genere, influenzando il cinema di Hollywood e quello delle nuove generazioni.
Grazie Maestro…