
“Gli alti costi – umani ed economici – probabilmente rappresentano la ragione per cui, nel settore della cancerogenesi ambientale e sperimentale, le parole si sostituiscono ai fatti, le opinioni ai dati… e i congressi e i resoconti delle commissioni sommergono i buoni dati di laboratorio.” (C. Maltoni)
Seppur parlando di argomenti di natura medica, il nuovo documentario diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi, Vivere, Che Rischio, utilizza di rado un linguaggio che sia proprietà esclusiva di questo ambito specifico, non delineandosi mai in modo didascalico, accademico o minimamente inaccessibile.
Questo è sicuramente il più grande pregio di un prodotto che sembra voler toccare corde più intime, ricorrendo spesso all’elemento nostalgico (ampio l’utilizzo nella colonna sonora di brani estrapolati direttamente dalla tradizione italiana più classica) e insistendo maggiormente sul lato umano, ancor prima che su quello pionieristico.
Da qui la scelta di rievocare, in qualche modo, lo spirito del protagonista (venuto a mancare nel 2001) attraverso una voce narrante che fosse in grado di restituire tutta la semplicità, l’ironia e l’atteggiamento tipico del Centro Italia.
Il Dottor Cesare Maltoni, classe 1930, sceglie fin da subito un percorso di formazione al di fuori del territorio nostrano.
Il “Nuovo Mondo” rappresenta, nella mente del giovane studente, un obiettivo da raggiungere, un terreno fertile per infinite sperimentazioni e attraenti possibilità di scoperta, il top di gamma nella sfera dello scibile medico… ma l’amorevole richiamo della madrepatria si farà presto sentire e sarà nel Bolognese che egli metterà finalmente radici, ottenendo con la fondazione e direzione dell’Istituto Ramazzini i suoi maggiori risultati nella ricerca indipendente sul cancro.
