
Le premesse, i toni, il cast e le atmosfere c’erano tutte.
Capita a volte di imbattersi in film che hanno ogni elemento per riuscire perfettamente, eppure non si viene a creare l’amalgama necessario e tutto resta sospeso in un eterno limbo di “vorrei ma non posso”.
Ecco, Vi Presento Christopher Robin è una pellicola eternamente in bilico su quel precipizio: non sa se stare al di qua o fare il passo decisivo.
BASTA UN PO’ DI FANTASIA?
La storia è quella della famiglia Milne.
Alan Alexander (un eccellente Domnhall Gleeson), detto “Blue”, padre e marito sentimentale ma ingabbiato dal suo ruolo nella società e rimasto segnato dall’orrenda esperienza nella Prima Guerra Mondiale.
Daphne (Margot Robbie), madre riluttante e moglie arrogante, egocentrica e materiale.
Christopher Robin (Will Tilston prima, Alex Lawther poi), detto “Billy”, bambino sognatore, gentile e intelligente, che vorrebbe solo passare più tempo a giocare con i suoi genitori.
La storia vive su due piani temporali distinti: quello principale, in cui Christopher Robin è un bambino e, con la sua fantasia, fornisce al padre (scrittore in crisi creativa) la base per la creazione del celeberrimo Winnie the Pooh, e quello più derivato, in cui il figlio ormai adolescente decide di servire nella Seconda Guerra Mondiale.
La prima scena ci porta proprio qui: i Milne ricevono il tanto temuto telegramma in cui il figlio viene dato per disperso in battaglia. Da quel punto torneremo, attraverso i ricordi di Blue, all’epoca in cui creò le storie del famoso orsetto insieme al figlio.
Dal trasloco fuori città per poter scrivere in pace al rapporto del figlio con la premurosa baby-sitter Olive (Kelly MacDonald), la quale incoraggia la fantasia del piccolo Billy. Da quel tribolato rapporto con l’egocentrica moglie alla creatività rinata grazie al rapporto con il figlio. Dal successo senza precedenti riscosso dai suoi scritti su Winnie al conflitto davanti a Billy che non vuole condividere con il mondo quei personaggi che appartengono solo a lui e al padre.
L’esplorazione delle personalità coinvolte viene messa al centro della narrazione ed è chiaramente la parte migliore e più interessante del film.
Un casting perfetto fa il resto. Fin qui tutto bene.

LA SOMMA DELLE PARTI