TOMB RAIDER, la recensione del film con Alicia Vikander

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Alicia Vikander è Lara Croft in Tomb Raider
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Alicia Vikander è Lara Croft in Tomb Raider
La giovane Lara Croft (Alicia Vikander) scopre che dopo la morte di sua madre, il padre Richard è diventato ossessionato dall’occulto e dal paranormale e le sue ricerche lo hanno portato sulle tracce della principessa Himiko. Nonostante la sua misteriosa sparizione faccia pensare alla morte dell’uomo, Lara, spinta dalla convinzione che il genitore sia ancora vivo, si imbarca in un lungo viaggio per mare. Accompagnata dal capitano Lu Ren (Daniel Wu), l’impavida esploratrice giungerà sulle coste di un’isola misteriosa al largo del Giappone, ultima meta del viaggio del padre, alla ricerca di una tomba leggendaria.
Tomb Raider torna al cinema con un nuovo adattamento del celebre videogame già portato sul grande schermo da Simon West nel film del 2001 con Angelina Jolie. La versione 2017 va oltre le aspettative, quasi in maniera sorprendente, non senza qualche riserva o imperfezioni fin troppo evidenti.
Scordiamoci il procace e conturbante personaggio dei videogiochi diventato iconico negli anni ’90, qui Lara Croft è una ventunenne priva di velleità storico-archeologiche o shorts inguinali, ma una ragazza che cerca di cavarsela da sola tra le difficoltà finanziarie e un lavoro di consegne in bicicletta tra le affollate strade londinesi.
Tomb Raider poster
Alicia Vikander è Lara Croft in Tomb Raider
Il processo di empatia con una Lara meno matura rispetto al riferimento videoludico/filmico precedente passa attraverso la scelta della bellissima attrice svedese Alicia Vikander che rende il personaggio molto più umano e terreno. Nei suoi modi incerti e nella sua forte emotività la giovane avventuriera trova infatti la forza di raccontare la sua inesperienza e le sue debolezze che emergono durante la vicenda. La relazione padre/figlia è il perno su cui si basa la crescita di Lara, come ha anche dichiarato lo stesso regista Roar Uthaug.
Ed è forse in questa prima parte, quella in cui Lara vive la quotidianità e ci viene presentata nella sua interezza, prima ancora di affrontare l’avventura vera e propria, che il film riesce a intrattenere lo spettatore con qualche picco di originalità. Il racconto, seppur molto meno “action” nel primo atto, è lineare e convincente rispetto allo sviluppo apocalittico del finale. La capacità di Alicia Vikander passa anche dalla sua trasformazione in un’esploratrice forte, brillante e consapevole delle proprie capacità nel momento in cui l’avventura prende vita. Ma l’ambientazione che ricorda palesemente Indiana Jones, stride un po’ con la risoluzione finale che appare troppo affrettata e inutilmente tragica. La sceneggiatura, firmata da Geneva Robertson-Dworet, risulta impersonale e in alcuni punti sfibrata.
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Alicia Vikander è Lara Croft in Tomb Raider
Uno degli aspetti rilevanti, anche nella regia di Uthaug, sono le scene d’azione che ricordano le ambientazioni del videogioco e funzionano sia nella loro complessità sia nel ritmo incessante soprattutto nella corsa agli enigmi all’interno della tomba.
Il nuovo Tomb Raider è un blockbuster che ha il merito di aver restituito Lara Croft ad un dimensione più intima e reale. Ora non ci resta che aspettare un, ovvio, sequel per vedere se le basi gettate in questo film si sono rivelate abbastanza solide. E il verdetto, come sempre, lo emetterà il box office.