George Clooney è Jay Kelly nel film di Noah Baumbach in Concorso a Venezia 82. Una storia sulle scelte personali e la fedeltà alla propria identità.

Di cosa parla Jay Kelly?

Jay Kelly segue il famoso attore cinematografico Jay Kelly (George Clooney) e il suo devoto manager Ron (Adam Sandler) in un vorticoso viaggio di inattesa profondità attraverso l’Europa. Lungo la strada sono costretti a fare i conti con le scelte che hanno fatto, i rapporti con i loro cari e con ciò che lasceranno alle generazioni future.

Il peso della celebrità

Pur presentandosi come una commedia drammatica, il film di Noah Baumbach assume la forma di un vero road movie esistenziale, in cui il viaggio riflette le inquietudini del protagonista. Baumbach indaga la celebrità come maschera e prigione: essere riconosciuti ovunque diventa sinonimo di perdita di sé.

Jay Kelly. (Featured L-R) Laura Dern as Liz, George Clooney as Jay Kelly and Adam Sandler as Ron Sukenick. Cr. Peter Mountain/Netflix © 2025.

Jay Kelly è un volto noto, una star amata che incarna i desideri e le fragilità altrui, ma dietro questa immagine si nasconde un uomo incapace di rispondere alla domanda più semplice: “Chi sono davvero?”. In questo scarto tra immagine pubblica e vita privata, il film trova la sua forza universale. L’esperienza di una star di Hollywood diventa metafora delle domande che tutti, prima o poi, ci poniamo sul nostro posto nel mondo.

Essere o essere

Jay Kelly è un film che parla di divismo, ma soprattutto di identità e tempo. Attraverso il viaggio di un attore celebre, Baumbach interroga lo spettatore: quanto siamo fedeli al ruolo che ci siamo assegnati? Quanto pesa la differenza tra chi siamo e chi avremmo potuto essere?

Uno degli elementi più riusciti del film è forse la coppia attoriale Clooney–Sandler. Clooney offre un’interpretazione sfumata, ironica e malinconica al tempo stesso, restituendo un personaggio carismatico ma fragile, che oscilla tra presunzione e smarrimento. Sandler, in una delle sue prove migliori, bilancia con naturalezza il registro drammatico.

Cr. Peter Mountain/Netflix © 2025.

Com’è il film?

Jay Kelly è una riflessione sul senso dell’identità, sulle scelte fatte e su quelle che avremmo potuto compiere. Quando è troppo tardi per cambiare la propria vita?

Con leggerezza e malinconia, Baumbach concentra nella parabola di un attore famoso il cuore della sua poetica: la difficoltà di conoscersi, l’ambiguità delle relazioni, la fragilità dell’identità. Un film che parla di divismo, sì, ma soprattutto di cosa significhi essere umani.

Nell’ultima scena, guardando in camera e pronunciando “facciamone un’altra”, il protagonista lascia allo spettatore un interrogativo sospeso: se potessimo tornare indietro, interpreteremmo la stessa parte o sceglieremmo una nuova versione di noi stessi?

REVIEW OVERVIEW
Regia
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Colonna sonora
Interpretazioni
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Michela Vasini
Procrastinatrice seriale, produttrice di film mentali e l'"amica simpatica" della protagonista. Amo il buio della sala cinematografica, ma non disdegno anche un bel film sul divano in un pomeriggio piovoso. Sono alla continua ricerca degli ingredienti necessari a rendere speciale ogni giornata; energie positive, dei buoni amici e un buon sonno. Me and karma vibe like that
jay-kelly-recensione-noah-baumbach-venezia-82Jay Kelly è una riflessione sul senso dell’identità, sulle scelte fatte e su quelle che avremmo potuto compiere. Quando è troppo tardi per cambiare la propria vita? Con leggerezza e malinconia, Baumbach concentra nella parabola di un attore famoso il cuore della sua poetica: la difficoltà di conoscersi, l’ambiguità delle relazioni, la fragilità dell’identità. Un film che parla di divismo, sì, ma soprattutto di cosa significhi essere umani. Nell’ultima scena, guardando in camera e pronunciando “facciamone un’altra”, il protagonista lascia allo spettatore un interrogativo sospeso: se potessimo tornare indietro, interpreteremmo la stessa parte o sceglieremmo una nuova versione di noi stessi?