
Collateral Beauty è esattamente il contrario di quello che il trailer ha promesso. Il fatto non sarebbe grave se si trattasse di aspettative deluse o di atmosfere e temi mal promossi. La nota negativa è che la pubblicità e i trailer di Collateral Beauty hanno fatto credere di essere di fronte ad un altro film: una pellicola spirituale, in cui Will Smith, che interpreta un padre afflitto da una grave perdita in famiglia di nome Howard, incontra la forma umana della morte, dell’amore e del tempo.
Una sorta di canto di Natale in versione moderna. Queste tre figure entrerebbero infatti in contatto con l’uomo per spiegargli il senso del suo dolore e per convincerlo a ritornare a vivere. Il condizionale è d’obbligo dal momento che nulla di tutto ciò accade nel lungometraggio.
È giusto avvisare il lettore che stiamo entrando in un terreno che potremmo definire Spoiler.
O meglio, i dettagli di trama che stiamo per sviscerare non dovrebbero corrispondere ad un’anticipazione di un colpo di scena dal momento che, non solo appartengono al primo atto, ma sono l’idea principale attorno a cui ruota la pellicola. Nessuno avrebbe mai promosso Mrs. Doubtfire come un commedia su un transessuale, sarebbe stato ingannare lo spettatore. Così come Una Poltrona per Due non può essere venduto come un film sull’alta finanza. Sarebbe stato scorretto. Ebbene, nei primi minuti di Collateral Beauty vediamo che le personificazioni di Amore, Tempo e Morte non sono altro che attori assoldati dagli amici di Howard per farlo rinsavire. Da qui la pellicola si dipana, da quello che, secondo il trailer, doveva essere il colpo di scena finale. Insomma, due film diversi, due trame diverse (una paranormale, l’altra da semplice commedia degli inganni).
