Steve Bannon, ideologo della destra nazionalista in questi giorni in Italia:
a un mese dall’uscita del film su di lui, la caccia ai voti alle prossime elezioni europee è in pieno svolgimento
“The Brink – Sull’orlo dell’abisso”,
il film sull’ex stratega della Casa Bianca e
anima del neo populismo, nei cinema dal 29 aprile
In Italia il documentario sarà distribuito da Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema e sarà presentato, il 10 aprile, in anteprima nazionale, alla 12/ma edizione del festival Le Voci dell’Inchiesta – Pordenone Docs Fest, e a Milano il 12 aprile in collaborazione con Fondazione Feltrinelli nell’ambito di What is Left / What is Right.
“The Brink – Sull’orlo dell’abisso”, il documentario diretto dalla regista Alison Klayman – già autrice di “Ai Weiwei: Never Sorry” – che ha seguito per più di un anno Steve Bannon, ex stratega e uomo chiave di Donald Trump, arriva nelle sale italiane il 29 aprile con Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema.
Il documentario, accompagnato dalla regista, sarà presentato in anteprima nazionale mercoledì 10 aprile in apertura della 12/ma edizione del festival Le Voci dell’Inchiesta – Pordenone Docs Fest che fino al 14 aprile porterà a Cinemazero di Pordenone il meglio del cinema del reale,e a seguire, venerdì 12 aprile, alle 18.30 in viale Pasubio 5, l’anteprima milanese in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. La proiezione, nell’ambito di What is Left / What is Right, ciclo di incontri dedicato alla ridefinizione delle categorie politiche, in vista delle elezioni europee 2019, verrà introdotta da un dialogo, insieme alla regista, sul fenomeno della “destra alternativa” in America e in Europa.
Di seguito il trailer:
“The Brink – Sull’orlo dell’abisso”, prodotto da Marie Therese Guirgis, ex collaboratrice di Bannon, presentato allo scorso Sundance Film Festival, segue l’ex stratega dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al termine della sua campagna itinerante tra U.S.A ed Europa, e fa luce sui suoi sforzi per dare vita a The Movement, l’organizzazione creata per promuovere una politica sovranista e populista nel Vecchio e Nuovo Continente, al fine di unificare i partiti di estrema destra.
Bannon, che in Italia è al centro delle polemiche e delle proteste #BannOff per la trasformazione dell’antica Abbazia di Trisulti, nel Lazio, in un incubatore per futuri sovranisti europei, è in visita proprio in questi giorni nel nostro Paese – da lui considerato luogo nevralgico del neo populismo europeo – in vista delle elezioni europee di maggio 2019.
Quando Steve Bannon lasciò la sua posizione di capo stratega della Casa Bianca meno di una settimana dopo lo “Unite the Right Rally” (noto anche come disordini di Charlottesville, manifestazione organizzata dai suprematisti bianchi nell’agosto 2017), era già una figura ben nota nella cerchia ristretta di Donald Trump per aver portato un’ideologia di estrema destra nelle più alte sfere della politica americana. Non vincolato da un incarico ufficiale – anche se alcuni dicono che abbia ancora una linea diretta con la Casa Bianca – si è sentito libero di utilizzare la sua influenza per trasformare il suo controverso movimento nazionalista in un movimento globale. The Brink segue Bannon attraverso le elezioni di medio termine del 2018 negli Stati Uniti e fa luce sui suoi sforzi per mobilitare e unificare i partiti di estrema destra per ottenere seggi nelle elezioni europee di maggio 2019. Per conservare il suo potere e la sua influenza, l’ex banchiere di Goldman Sachs nonché investitore nel settore dei media (è stato fondatore della società Bannon & Company ed ex direttore di Breitbart News), reinventa così se stesso per l’ennesima volta, in questa circostanza come leader auto-nominato di un movimento populista globale. Manipolatore acuto della stampa e formidabile promotore di se stesso, Bannon continua a riempire le pagine dei giornali e scatena proteste ovunque vada, alimentando il potente mito su cui si basa la sua sopravvivenza.
Vedevo Steve dipinto come un genio del male, una mente magistrale, il cervello di Trump – ha spiegato la produttrice Guirgis – Gli era stato dato troppo credito e stava usando quell’immagine come strumento per mantenere e accrescere il suo potere, anche dopo essere stato allontanato dalla Casa Bianca. Steve non ha mai cambiato il modo di operare: è sempre stato un venditore. È un banchiere d’investimento. È sempre stato fermamente guidato dall’interesse personale e ha sempre utilizzato la sua forte personalità in situazioni che gli arrecassero vantaggio. Sapevo che Bannon aveva ottenuto un così grande potere proprio per l’attenzione e l’importanza che i media gli avevano riservato. Trovavo tutto ciò frustrante ed è per questo che ho voluto fare un documentario su di lui. Non solo perché avevo facile accesso alla sua persona, ma perché sentivo che il mondo non vedeva cose molto importanti su di lui e su persone come lui. Ho pensato che seguendolo per un lungo periodo di tempo avremmo potuto smascherarlo e che questo sarebbe stato un lavoro prezioso.
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