La vendetta era un imperativo categorico nel selvaggio West. Errori e distrazioni venivano pagati a caro prezzo, poiché il perdono e la seconda chance non erano (quasi) mai concessi. A comandare gli uomini e a soddisfare la loro sete di giustizia ci pensava la pistola. Ed è proprio da qui, da questo puro concetto stilistico nonché emblema del glorioso Western, che prende spunto l’ultima fatica di Jaume Collet-Serra Run All Night. ‘Una notte per sopravvivere’, come dichiarato nel sottotitolo del film, e per scegliere definitivamente da che parte stare. Jimmy Conlon (Liam Neeson), cecchino di Brooklyn conosciuto nell’ambiente come ‘Il Becchino’, ha vissuto per anni al servizio di Shawn Maguire (Ed Harris), boss della città e amico di vecchia data con il quale ha instaurato nel tempo un rapporto quasi fraterno. All’alba dei 55 anni, ritiratosi dalla scena e ormai sprofondato in uno stato cronico di dipendenza dall’alcool (il whisky è la sola consolazione rimasta per dimenticare il passato), Jimmy torna in azione per una serie di sfortunate e ‘provvidenziali’ coincidenze che gli offrono la possibilità di riscattarsi a livello personale e soprattutto familiare. Con l’ombra dell’astuto detective Harding (Vincent D’Onofrio) costantemente alle sue spalle, l’unica via verso la redenzione passa attraverso la salvezza del figlio Mike (Joel Kinnaman), abbandonato anni prima ed entrato prepotentemente nel mirino di Shawn per aver assistito inerme all’omicidio di suo figlio.
Per quanto non abbia beneficiato di una strategia promozionale incisiva e mirata (se ne è parlato poco prima della sua uscita), Run All Night è sicuramente uno dei thriller d’azione più interessanti e maggiormente riusciti degli ultimi periodi. Nel panorama attuale, in cui spopola l’intrattenimento più smodato dei cinecomic e dei ‘blockbuster franchise’ (Avengers, Fast & Furious, ecc), il fattore principale sul quale puntare è senza dubbio la scrittura. Virtù e necessità al tempo stesso, la sceneggiatura riesce infatti a sopperire, in buona parte dei casi, alla mancanza di un budget elevato, e con la scelta di interpreti carismatici e di rilievo, come in questo caso, il successo è garantito.
Detto fatto: il risultato del film è strepitoso. Le atmosfere e l’impronta narrativa sono mescolate sapientemente dal regista spagnolo che costruisce un lungometraggio a metà tra un western metropolitano e un action noir buio ed intenso, con sequenze altamente spettacolari. Liam Neeson, temperato dalle esperienze al cardiopalma della serie cinematografica di ‘Taken’, e un Ed Harris freddo e spietato, donano un valore aggiunto alla pellicola, costruita con un ritmo da ‘corsa contro il tempo’ che capovolge il rapporto dei due personaggi, portandoli a diventare rivali dopo aver essere stati per lungo tempo grandi amici. La vendetta, alla base della premessa iniziale, è il vero leitmotiv che scatena lo scontro a distanza tra la coppia di protagonisti nella cornice urbana di una tetra New York, spettatrice affranta di rincorse, sparatorie e di un duello ‘face to face’ che non lascia spazio a ripensamenti e tanto meno ad esitazioni al momento di premere il grilletto.