Secondo Pascal Bruckner, scrittore e saggista francese, “la capacità di entusiasmarsi è in via d’estinzione”. Forse avrà anche ragione, ma secondo alcuni la capacità di entusiasmarsi esiste. Ed esiste eccome. Ad offrircela, con un getto di adrenalina che scorre dritto nelle vene è un Gotha venuto dall’Australia. Il suo nome è George Miller, regista classe 1945, che torna al cinema con una carica di energia ed entusiasmo, percepibile sin dal primo fotogramma della sua ultima fatica Mad Max: Fury Road. Urliamolo ad alta voce, senza invocare gratuitamente il divino, il film è un Capolavoro, con la C maiuscola. Nel concetto più multiforme del termine, perché Mad Max arriva in un momento storico e in un panorama cinematografico che negli ultimi anni ha visto imperversare, con un certo successo al botteghino, i fenomeni mondiali di Hunger Games e dei suoi derivati, come i nuovi testimonial di un genere di riferimento, quello della fantascienza post-apocalittica.
