Venezia 74: DOWNSIZING, la recensione del film d’apertura di Alexander Payne

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Kristen Wiig (Audrey Safranek) e Matt Damon (Paul Safranek) in Downsizing
Downsizing recensione
Matt Damon e il regista Alexander Payne sul set di Downsizing (2017) – Photo: La Biennale di Venezia
Alexander Payne inaugura la 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il suo nuovo film Downsizing, interpretato da Matt Damon, Kristen Wiig, Christoph Waltz, Neil Patrick Harris, Maribeth Monroe e Jason Sudeikis. Un’apertura che diverte ma fatica a brillare e non coinvolge appieno il pubblico.
Stanchi dalla quotidianità e scontenti della propria situazione economica, Paul Safranek (Matt Damon) e la moglie Audrey (Kristen Wiig) decidono di cambiare vita, sottoponendosi ad un trattamento di miniaturizzazione irreversibile. Il primo a sottoporsi al processo e ad approdare nel mondo “ridotto” è Paul. Ma la “nuova” esistenza è diversa da come immaginava: l’incontro con l’eclettico vicino di casa Dusan (Christoph Waltz) e con la dissidente vietnamita Ngoc Lan (Hong Chau) lo aiuterà a lasciarsi alle spalle il passato.
A quattro anni di distanza dal road movie in bianco e nero Nebraska, Payne torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia tragicomica che oscilla tra il grottesco e il paradossale e riflette sulla nostra contemporaneità. Downsizing è una commedia di fantascienza e di denuncia che affronta temi ecologici e sociali senza, tuttavia, riuscire ad essere incisiva. Nonostante le ottime premesse, il film stenta a decollare e resta oltremodo aggrappato ai numerosi spunti iniziali.
Downsizing recensione
Hong Chau e Christoph Waltz in Downsizing di Alexander Payne (2017) – Photo: La Biennale di Venezia
La visione del mondo miniaturizzato sembra esprimere solo aspetti positivi ma lo spettatore rimane cauto e preparato di fronte allo sviluppo della vicenda. Con un approccio neutrale e fin troppo imparziale, l’ultimo lavoro di Payne offre la propria soluzione al problema della sovrappopolazione e della sostenibilità delle risorse, stemperando con sarcasmo e ironia le situazioni più delicate. Dopo una partenza efficace, il lungometraggio procede con affanno e subisce una flessione nella seconda parte, vanificando le buone idee presenti nella sceneggiatura. In Downsizing il regista americano parla dell’American Way, dei sogni infranti e dei riscatti esistenziali ma finisce per scivolare in discorsi troppo retorici e fatalisti che pesano sull’economia del film.
Matt Damon sfodera una performance convincente, grazie e soprattuto a personaggi di contorno caratterizzati in modo brillante da Payne e Taylor. Una menzione speciale va all’istrionico Christoph Waltz, qui in stato di grazia, che veste i panni di un bizzarro affarista amante della vita mondana.

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