refn argento zombi
Dario Argento e Nicolas Winding Refn alla conferenza stampa del restauro in 4K di Dawn of the Dead (Zombi) – Foto: © Gabriele Lingiardi
L’horror di culto approda al Lido, per la gioia dei sostenitori del genere e dei fan più accaniti. Dario Argento e Nicolas Winding Refn hanno presentato, ieri notte, la versione europea, restaurata in 4K di Dawn of the Dead (Zombi), il terrorizzante capolavoro di George A. Romero.
Per l’occasione abbiamo potuto ascoltare le parole dei due registi:
Che cosa vi ha spinto a collaborare insieme al restauro del film di Romero?
Refn: Sono stato informato del progetto e ho pensato che fosse incredibile. Immediatamente ho deciso di aiutare a promuovere questa nuova edizione e venire qui a Venezia. È interessante notare che questo è il primo Festival che celebra un’opera così fondamentale per il cinema contemporaneo.
È veramente un film imprescindibile? Come mai?
Argento: Non so se sia uno dei più importanti ma sicuramente ha segnato un momento importantissimo per il cinema. Il film all’epoca andava letto come un manifesto politico e per questo ha inciso così tanto.
E come ha fatto a diventare un classico?
Refn: il film trascende la cultura ed entra nell’immaginario popolare, incarna l’ossessione della morte nella nostra società. Quello che mi piace di Zombi è l’essere un’esperienza piuttosto che un film. È una grande opera, una costante fonte di ispirazione. Questa è arte e l’arte deve essere pericolosa. Proprio come è il film.
Zombi è nato da una collaborazione tra Romero e Argento…
Argento: lui mi mandò a Roma un montaggio di 3 ore del film. Mi sono messo di impegno per dare un ordine al pre-montato mentre lui, in America, faceva la stessa cosa. In seguito ci siamo confrontati e lui ha voluto che fosse la sua versione a circolare nelle sale. Poi, con il tempo, ha cambiato idea. È stata una bella collaborazione.
Quali sono le differenze più importanti tra le due versioni?
Refn: Amo le due versioni come amerei ugualmente un papà e una mamma. I film sono fatti dal regista ma ci sono casi in cui il produttore e il regista lavorano in modo così integrato che il film diventa una combinazione delle due visioni. Penso che entrambe le versioni siano frutto della visione personale di Romero e quindi molto valide.
Che cosa recitava quel manifesto politico che era Dawn of The Dead?
Argento: Il film è un manifesto politico perché c’è un attacco al centro commerciale, che ovviamente è un simbolo. La sua distruzione è un qualcosa di molto forte. E poi gli Zombi, che sono dei personaggi iconici e rappresentativi, si possono ritrovare ancora al giorno d’oggi.
Refn: credo che la cosa interessante di questo manifesto politico sia che il mostro non è definibile come buono o cattivo. Il vero nemico è il consumismo, che divora il mondo, lo consuma dall’interno. Ad esempio, se si guarda l’industria dell’entertainment diventa palese che la priorità maggiore è la fruizione. Si fanno film per piacere in modo da fare altri film che possano piacere e così via… per questa ragione, credo che l’industria stia consumando sé stessa. Credo che Zombi sia rivoluzionario, un manifesto politico riguardante l’evoluzione umana.
Il cinema deve essere pericoloso: pensate che il genere horror stia diventando sempre meno pericoloso?
Refn: non voglio commentare i film di altri registi perché fare film è sempre molto difficile. Però penso che l’industria dell’intrattenimento sia legata al profitto. Cerchiamo sempre di piacere agli altri in modo tale che possano consumarne il più possibile, e questo fiacca il mercato. Siamo come zombi che si nutrono senza fine. L’arte è un sistema reazionario, bisogna reagire a tutto questo. E l’arte è rivoluzionaria nella misura in cui la creatività non è indirizzata per piacere agli altri ma è orientata a provocare una reazione negli altri. Quando un film è pericoloso significa che è bello!