Abbiamo intervistato il regista Seth Morley, al secolo Claudio Cecconi, autore dello splendido mediometraggio “The Tale of the Idiot”.
Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Seth. Come e quando nasce la tua passione per la Settima Arte?

Buongiorno CineAvatar, grazie per l’ospitalità e interessamento al mio lavoro. Sono stato rapito dalla magia del cinema molto presto. Da bambino, quasi ogni fine settimana, andavo al cinema con mio padre. Il cinema era per me il mezzo per conoscere il mondo lontano e sconosciuto, l’America soprattutto. Ho dei ricordi bellissimi di quei pomeriggi passati al cinema con mio padre. Ricordo anche che intorno a 9/10 anni con gli amici e una telecamera VHS e Hi8, prestata malvolentieri dal padre di un amico, giravamo i nostri primi film, improvvisati e ispirati al cinema urbano apocalittico di ”The Warriors” che in quegli anni era diventato veramente un genere cinematografico. Purtroppo (o per fortuna) non sono più riuscito a trovare niente di quel girato. Le videocassette vennero riutilizzate dal padre del mio amico per registrare qualche Festivalbar o qualche film porno che trasmettevano nel cuore della notte su emittenti locali.

I tuoi interessi nel campo dell’arte non riguardano solo il cinema nel senso classico, ma anche video-installazioni, videoclip e opere video d’avanguardia. Ci puoi raccontare queste tue esperienze?

Si, ho cominciato realmente a fare cinema passando attraverso la fotografia, il montaggio per poi approdare al video-making. Ho da sempre un’approccio multidisciplinare e autodidatta. Prima ancora d’innamorarmi del cinema mi sono innamorato dell’arte classica, pittura e scultura: sognavo di fare il pittore ma poi il destino mi ha portato altrove. Nei video musicali ho trovato lo strumento perfetto per unire il cinema alla video arte.

intervista seth morley
Il regista Seth Morley sul set

“Febbre”, “White Noise” e “In Bardo, Nin Ghost Project”, girati tra il 2003 e il 2009, sono dei cortometraggi? Ce ne puoi parlare?

Nei primi del 2000 insieme a Francesco Villa e Daniel Arvizu, abbiamo fondato Logo Video, un collettivo di sperimentazione video che ha prodotto video sperimentali e documentari fino al 2011. “Febbre” e “White Noise” nascono dalla collaborazione con ANIMA NERA, gruppo di Teatro, altamente sperimentale, milanese. Entrambi i lavori sono stati realizzati utilizzando materiale di repertorio trovato in rete e sopratutto nell’archivio storico americano Archive.org. “Febbre” fu proiettato nella sezione “Electro Wave” durante il festival di musica rock e elettronica Arezzo Wave. “White Noise” venne selezionato tra i finalisti nella sezione Remix del primo Vimeo Awards a New York. Infine “In Bardo” è un video musicale auto-prodotto realizzato per il progetto GHOST Project, creato dai Nine Inch Nails. Il lavoro è ispirato al Bardo Thodol, regno dei morti tibetano. In sostanza il video è il viaggio di un’anima nel regno dei morti. Girato a Milano con la partecipazione del bravissimo attore Tony Pandolfo. Da segnalare che Logo Video nasce dall’incontro con il geniale Francesco Villa, regista e fotografo di talento che mi ha insegnato ad osservare.

Il 2010 invece è l’anno di “The God Particle”. Di cosa parla questo film?

Con the “The God Particle” muore Claudio Cecconi e rinasce dalle sue ceneri Seth Morley. Il lavoro “The God Particle” cominciato nel 2008 e completato nel 2010, coincide con una profonda trasformazione che mi ha letteralmente portato a guardare la mia vita in una modalità differente che fino ad allora non avevo mai considerato. Da circa un anno avevo scoperto la meditazione trascendentale e la pratica quotidiana iniziava poco a poco a mostrare il mondo sotto un nuovo punto di vista. Mi ricordai di un libro letto qualche mese prima dal titolo “La particella di Dio”, scritto da Massimo Corbucci, un fisico italiano semi-sconosciuto che aveva partorito una teoria alternativa alla teoria del bosone di Higgs.  Ripresi in mano quel libro e capii subito che l’argomento trattato nel libro  era per me un punto di partenza per ri-codificare il mondo circostante. Ne parlai con i miei collaboratori di Logo Video, e dopo qualche esitazione decidemmo di lavorare insieme a questo progetto.

Contattai il fisico Massimo Corbucci che si mostrò subito molto interessato al documentario e cosi partimmo per girare il documentario. Abbiamo girato tutto in 5 giorni nella casa studio del fisico. Durante la post-produzione del film abbiamo anche contattato il CERN di Ginevra, dove era in corso un’esperimento molto controverso che secondo il parere di alcuni fisici poteva generare un buco nero. Li abbiamo contattati per chiedere loro la liberatoria per utilizzare il loro materiale video nel nostro documentario ma invece di darci la liberatoria ci hanno proibito di utilizzare il loro materiale. Ovviamente l’abbiamo usato lo stesso perchè il diritto d’autore consente l’utilizzo di materiale senza liberatoria nel caso di critica e discussione.

intervista seth morley

3 anni dopo, nel 2013, giri “Supra Natura”, a mio parere una strepitosa docu-fiction densa di significati e visivamente affascinante, girata nelle campagne lombarde, se non erro…

Si il film è stato girato nella pianura padana, precisamente vicino a Codogno, oggi famosa per il coronavirus. Quello è il luogo in cui sono nato e dove vive e lavora l’artista Dem che è l’attore protagonista del docu-film. La nostra intenzione era dedicare un anno della nostra vita per indagare ed osservare la natura e la società circostante. Il film coincide con la mia necessità di tornare ad osservare la natura e ristabilirne un contatto. La tesi di partenza del film era essenzialmente l’uomo allontanatosi dalla natura perde cosi la propria naturale posizione nel mondo e genera i mali e malesseri della nostra società. Questa era l’idea di partenza che ci ha portati a lavorare fianco a fianco per tutto il 2012. A quel tempo vivevo ancora a Milano e nei fine settimana tornavo nella bassa padana dove vive la mia famiglia e dove vive Marco Barbieri, in arte Dem. Abbiamo scritto un canovaccio di riferimento come sceneggiatura ma, giorno dopo giorno, in base anche alle nostre esperienze personali, libri letti o sogni avuti durante la notte, abbiamo continuato a sviluppare il film scena per scena.

È stata una delle esperienze più interessanti e creative della mia vita lavorare con Dem, eravamo come due cuori e due cervelli al servizio del film. Capitava spesso che stavamo ragionando su come sviluppare alcuni argomenti che sentivamo importanti per il nostro vissuto e spesso è capitato che avessimo un’intuizione contemporaneamente. Ho avuto la sensazione che stessimo seguendo un flusso che ci portava passo dopo passo a completare il film con nuove soluzioni e idee. È stata una magica esperienza che mi ha insegnato molto sul come cavalcare questo flusso. “Supra Natura” è stato proiettato per tutto il 2013 in festival culturali in giro per l’Italia. Ha ricevuto il premio per la miglior fotografia al festival Life After Oil nel 2013.

Nel 2017 giri “The Tale of The Idiot”, un riuscitissimo mediometraggio sospeso tra la storia di formazione, l’horror esistenziale e il dramma famigliare. Da dove nasce la sceneggiatura del film?

Dopo il film Supra Natura ho deciso di lasciare Milano per andare a vivere in un paese semi abbandonato del Appennino piacentino, dove ho vissuto 1 anno e mezzo prima di trasferirmi a Londra. Li ho vissuto immerso in una natura selvaggia, quasi incontaminata. Il succedersi delle stagioni segnava il tempo e caratterizzava tutta la vita in quel luogo. Con l’arrivo della mia prima primavera, dopo un gelido inverno, capii chiaramente che la vita è una legge universale che costantemente rinnova se stessa per migliorarsi. Ho percepito il soffio vitale che risveglia ogni cosa per portarla a maturazione. Il bellissimo dipinto “La primavera” di Botticelli ha cominciato a diventare un’ossessione e contemporaneamente ho pensato al primo capitolo dal titolo “La favola dell’idiota” del libro “More than Human” di Theodore Sturgeon che lessi qualche anno prima. Ho pensato che quello fosse il momento perfetto per provare a realizzare un film basato sulla storia dell’idiota. Ho cambiato l’ambientazione e modificato leggermente la figura del padre, che nel romanzo originale era un estremista cattolico, nel mio film invece è diventato un transumanista.

Per scrivere i suoi monologhi mi sono ispirato al pensiero transumanista contemporaneo ascoltando e leggendo interviste di transumanisti. Il tema portante del film è l’amore come forza creatrice che spinge il mondo e le sue creature. Concetto  espresso magnificamente da Dante Alighieri nell’ultimo verso del Paradiso con “L’amor che muove il sole e le altre stelle”. L’amore è una forza creatrice che non può essere arrestata e che ciclicamente ritorna a manifestare la volontà di creare la vita e unire gli esseri viventi. Il film racconta la storia di un giovane, chiamato da tutti l’idiota, che sente il richiamo di questa forza e non può fare meno di ascoltarlo, cosi da uno sperduto luogo di montagna viaggia per raggiungere una casa isolata dove vivono Evelyn, Alicia e Mr. Knew, e dove conoscerà l’amore.

Gli attori di “The Tale of The Idiot” sono bravissimi. Dove li hai trovati?

Si, è vero, sono bravissimi, e sono molto felice di averli incontrati. Il protagonista è Niccolò Tiberi, bravissimo attore e caro amico. È stato scelto per questa parte perché fin da subito ha mostrato una totale comprensione del personaggio e della valenza simbolica che rappresenta. E fisicamente lo trovo perfetto. É un attore capace di entrare totalmente nel personaggio e in questo caso, essendo il protagonista del film praticamente muto, abbiamo lavorato molto sui movimenti e sguardi. C’è una parte del libro e del film che alla fine non sono riuscito a sviluppare adeguatamente e per tanto non sono riuscito a trasferirla agli spettatori, ma Lone, che è il nome dell’idiota nel libro, ha uno sguardo magnetico molto speciale che porta chiunque capiti sotto il suo sguardo a fare ciò che desidera. La scena in cui riceve il latte dalla signora in montagna aveva lo scopo di mostrare il suo potere magnetico. Con Niccolò ho iniziato a girare delle scene in montagna durante l’inverno, mentre tutto il resto del film è stato girato in 5 giorni a luglio nella casa lungo il fiume Parma. La cosa più difficile è stata fargli tenere la barba incolta per i mesi in cui preparavo le riprese finali, perché lavorando molto per la pubblicità e teatro spesso aveva la necessita di essere completamente sbarbato.

Adriana Grigoriev l’ho conosciuta perché aveva appena recitato con un mio amico e anche in quel caso appena l’ho vista nel film mi sono innamorato e ho pensato fosse la perfetta Alicia. Adriana è sicuramente un’attrice di talento da tenere d’occhio. Infine il grande maestro Mino Francesco Mani, attore di teatro che ho conosciuto tramite un’altro caro amico regista. Anche in questo caso era l’attore perfetto per quella parte e anche lui, che ha una fascinazione per i ruoli da cattivo psicopatico, ha amato da subito il personaggio. È stata di Mino l’idea di usare un monologo tratto da Dostoevskij nella scena dove frusta Alicia. Se avessimo avuto più tempo per girare il film, invece di soli 5 giorni, avremmo fatto un capolavoro. 

Hai girato anche un documentario su Tangentopoli? Ce ne puoi parlare?

Si, nel 2002 andai a Roma con il mio amico e collega Francesco Villa (Logo Video) per realizzare un programma TV in 5 puntate per Rai Sat sul fenomeno avvenuto nel 1992 chiamato “Tangentopoli”. Il documentario si chiamava “Tangentopoli 10 anni dopo”. Francesco Villa si occupò della regia ed io del montaggio. Furono 3 mesi di puro delirio, ma alla fine venne premiato come miglior documentario sulle reti satellitari e ricevette una critica da Grasso. Perchè fu un delirio? Perchè dopo circa un mese di lavoro, con sigla e prima puntata finita e seconda puntata in fase di chiusura uno sbalzo di corrente mi ha fatto saltare l’hard disk. Erano i primi del 2000 e gli hard drive erano ancora molto delicati, bastavano un paio di sbalzi di corrente per bruciare la parte elettrica del disco. Lavoravamo in una bella casa nel quartiere Prati, avevamo fatto uno scambio con la proprietaria, un’attrice che doveva stare qualche mese a Milano per uno spettacolo e il mio amico diede la sua casa in cambio per qualche mese. L’impianto elettrico però faceva schifo e io non ero sufficientemente esperto per prevenire il danno. Non potevo permettermi backup o quant’altro, eravamo una piccola casa di produzione in stile “guerrilla film-making”. Cosi un bel giorno è saltata la corrente per l’ennesima volta e l’hard disk non ha più voluto ripartire. Ho provato per un paio di giorni a riparare il disco e recuperare il materiale ma nulla, ero spacciato, in più per mia inesperienza non lavoravo in batch capture e quindi eravamo fottuti, 2 settimane prima della presentazione del documentario alla tv non avevamo più niente.

Ricordo che la notte che realizzai di aver perso definitivamente il materiale volevo mollare tutto, pensavo fosse un segnale, il destino voleva che smettessi di fare questo lavoro. Ricordo che insieme a Francesco finimmo tutte le scorte di super alcolici che trovammo in casa e mentre i fumi dell’alcool facevano effetto, ecco arrivare il vero messaggio. In tv davano “Una storia vera” di David Lynch, e cominciammo a vederlo proprio qualche minuto prima della scena in cui il protagonista, giunto ormai quasi alla fine del suo viaggio su di una tagliaerba, ha un incidente che lo obbliga a tornare al punto di partenza per riparare il tagliaerbe e poi ricominciare il viaggio tutto da capo. Forse il destino non voleva dirmi di lasciare perdere ma forse voleva mettermi alla prova e portarmi a superare i miei limiti. Cosi in 2 settimane abbiamo rifatto tutto da capo, sigla e prime due puntate del documentario. Non siamo riusciti a rifare il lavoro allo stesso modo, abbiamo riprovato più volte a ricostruirlo basandoci sulla nostra memoria ma era impossibile rifarlo allo stesso modo. Ultimo aneddoto riguarda la censura che conobbi lavorando su quel progetto. Dopo aver mostrato al nostro referente le prime due puntate ci chiesero di togliere e non fare nessun riferimento ad Andreotti, e invece aumentare i riferimenti a Craxi. Ci fu letteralmente detto che se non avessimo tolto tutti i riferimenti ad Andreotti non avrebbero comprato il documentario. Io non fui felice di quella richiesta, ma non potevamo perdere tutto il lavoro fatto, completai le prime due puntate e poi me ne tornai a Milano lasciando ad un altro montatore le altre 3 puntate.

Quali sono i registi ai quali ti ispiri maggiormente, se ci sono?

Andrey Tarkovsky, Stanley Kubrick, Terence Malik, Godfrey Reggio, Carl Theodor Dreyer, Ermanno Olmi, Bruno Dumont, David Lynch, Leo Carax, Derek Jarman, Peter Greenaway, Mario Bava, Ben Wheatley, Augusto Tretti, Elio Petri, Joe Dante, Robert Eggers, John Carpenter, Maya Daren…e certamente mi sto dimenticando di qualcuno.

Mi sembra di vedere nei tuoi film alcune tematiche che ricorrono spesso: il rapporto dell’uomo con la Natura e il rapporto con il Potere. Che tipo di rapporto hai tu, prima come uomo, e poi come artista, con queste due ingombranti ed irrinunciabili “entità”?

Si, vero, credo che nei miei lavori alla fine si torni sempre alle solite tematiche. Sposo in pieno la frase di qualcuno che dice che i registi in fondo fanno sempre lo stesso film. Il tema principale dei miei lavori è l’uomo in relazione alla natura e alla morte. Il potere è sempre un aspetto dell’uomo. Nello specifico, il mio rapporto è più o meno quello che esprimo nei miei lavori. Il potere è uno strumento che misura la capacità di avere controllo sulla propria vita e quella altrui. Poter controllare i fenomeni ed averli sotto controllo. Il potere è qualcosa che si deve imparare a gestire altrimenti si diventa vittime. La natura è il regno e l’uomo è Dio che dimentica se stesso nell’atto di sperimentare il proprio regno. La terra è il luogo dove le anime vengono per imparare ad essere Dio, imparare ad essere dei creatori, o genitori di mondi. Questo è il luogo dove siamo venuti per studiare e conoscere l’amore. Oggi l’umanità è guidata da una falsa conoscenza e ignora il proprio ruolo all’interno della natura, persa nella selva oscura, si presta a compiere l’ultimo atto del proprio declino attraverso la fede cieca in una scienza transumanista. L’ultimo assalto al cielo sta per essere compiuto.

Quali sono i tuoi cult cinematografici preferiti?

“The Goonies”, “Lo specchio”, “The Hunter”, “Koyanisquatsy”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, “E.T. – L’extra-terrestre”, “Gremlins”, “The Tree of Life”, “Red Down”, “Rusty il selvaggio”, “Il mucchio selvaggio”, “L’esorcista”, “Aquatic Life”, “Biutiful”, “38 grammi”, “Bella e perduta”, “8 ½”, “L’albero degli zoccoli”, “Stalker”, “Solaris”, “Il Sacrificio”, “Excalibur”, “Twin Peaks“, “Mulholland Drive”, “Eraserhead – la mente che cancella”, “Barry Lyndon”, “2001: Odissea nello spazio”, “Orizzonti di gloria”, “Il dottor Stranamore”, “Eyes Wide Shut”, “The Shining”, “Metropolis”, “Lulù e il vaso di Pandora”, Il colore del melograno”, “Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York”, “Kill List”, “I disertori – A Field in England”, “The Witch”…e molti altri ancora.

Progetti cinematografici futuri in cantiere?

Da qualche anno mi sto dedicando principalmente all’arte contemporanea, come curatore e gallerista, ma ho diversi progetti in testa che al momento opportuno tirerò fuori. Tra questi il film che considero “il film della mia vita”. Ho avuto l’idea per questo lavoro qualche anno fa, appena arrivato a Londra. Il film dovrebbe chiamarsi “The Adventures of Ego and the Human Condition”. È un western metafisico incentrato sul tema del Ego e dell’Anima. Sono in cerca di produttori matti che vogliano finanziare il film più importante del mondo. Infine ho girato un anno fa un episodio di un film collettivo dal titolo “Film Fantasma”, prodotto da Carboluce, etichetta cinematografica indipendente. Spero venga presentato presto in qualche festival.L’episodio di 15 minuti si chiama “Icarus”, è interamente girato in russo ed è ispirato ai cosmonauti russi scomparsi nel tentativo di raggiungere lo spazio. Per il resto direi che il futuro è molto incerto, siamo in una fase di trasformazione che ci porterà ad una nuova società. Le forze del bene e del male sono in campo per contendersi il futuro e noi faremo la nostra parte in questo dramma che non ha fine, e sempre si ripete. Buona morte a tutti coloro che mi hanno seguito fino a questo punto. Che la forza sia con voi.

Per informazioni sul regista, e sul come vedere i suoi film, ecco un pò di link:

https://vimeo.com/youaregodfilmprod/vod_pages?fbclid=IwAR2BO2ZovZ6mE6Rfz_GTP1L9ZFE7IOZwz3E1GJWMgVlMPnUUuiJfWoWWrxg

https://vimeo.com/ondemand/thetaleoftheidiot?fbclid=IwAR0UoI-B5fGRkm_4O_P8laWIbWehMcD2yutkuBsCwOUyrBVR1XyVgUbzNG8

vimeo.com/ondemand/supranatura?fbclid=IwAR0jNXSRvh5K4NCftSLP-WNgascTYxAF5CcSFNFzw2_MVGPzxgrC6XOG9Js