AVENGERS: INFINITY WAR, la recensione del film Marvel

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Avengers: Infinity War - la recensione
Avengers: Infinity War locandina
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Thor e i Guardiani della Galassia tornano in Avengers Infinity War
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” affermava Ben Parker nell’indimenticabile Spider-Man di Sam Raimi.
E proprio così, i supereroi Marvel ce la mettono tutta fin dall’inizio di Infinity War, senza mai risparmiarsi. Questo perché Thanos (Josh Brolin) vuole distruggere metà universo per riportare equilibrio e prosperità alla parte rimasta e gli Avengers sono gli unici in grado di contrastarlo. Se l’intera galassia verrà “polverizzata” i Vendicatori dovranno affrontare la minaccia con forza, tenacia e unione.
Fin da subito i Russo ci portano all’interno dell’azione, nel cuore di sequenze avvincenti e cariche di adrenalina. La storia riprende esattamente da dove era terminato Thor: Ragnarok, quando i sopravvissuti di Asgard si erano rifugiati su una nave spaziale e si erano imbattuti nella nave di Thanos. Fin dall’inizio di Avengers: Infinity War terzo capitolo si percepisce subito la minaccia del potentissimo Eterno e il dilemma di come contrastarlo e sconfiggerlo. Infatti Thanos, per creare ordine nell’universo, è alla ricerca delle 6 gemme dell’Infinito, ognuna delle quali controlla un elemento: Tempo, Spazio, Mente, Realtà, Potere e Anima. Per radunarle tutte insieme e utilizzarle senza morire, a causa della sopraffazione del loro potere, Thanos si fa costruire un guanto (il Guanto dell’Infinito) in grado di donare al possessore onnipotenza e onniscienza.
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Josh Brolin è Thanos in Avengers: Infinity War
Tutti i precedenti capitoli sono stati la preparazione per arrivare a questo punto. E l’attesa non delude.
Quasi tutti i supereroi conosciuti finora vengono chiamati all’appello per combattere tale minaccia, creando in certi momenti strane alleanze, come quella tra Thor e i Guardiani della Galassia. I fratelli Russo riescono a calibrare perfettamente i momenti dedicati ai singoli personaggi, senza cadere nel banale, ma risaltando le caratteristiche di ciascuno.
Pur partendo da un momento in cui gli Avengers non esistono più come team coeso ed unito, i supereroi devono superare i conflitti interni e prepararsi alla grande battaglia. Ma è proprio il loro “scioglimento” il pretesto ideale per mettere gli sceneggiatori nella condizione di creare i momenti dedicati a ognuno di loro. In questo frangente i due registi riescono abilmente a integrare le atmosfere tipiche dei cinecomic precedenti in un unico, grande kolossal, preservando le peculiarità di ciascun film e personaggio. E alla fine il gioco di squadra si stratifica nelle varie parti dell’universo in cui tutti i supereroi, in qualche modo, si vedono costretti a combattere contro il villain Thanos.
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Avengers: Infinity Wars. Vedova Nera, Captain America e Bucky Barnes in una scena del film
Se da un lato gli eroi mantengono vive le proprie particolarità, a cui fanno sfondo la potente colonna sonora che ne esalta maggiormente i toni e le singole atmosfere, dall’altro Thanos si rivela (finalmente) in tutta la sua potenza e tridimensionalitàJosh Brolin e i fratelli Russo portano in scena un personaggio che non è puramente cattivo, ma un cattivo che pensa di fare la cosa giusta e a modo suo prova dolore e compassione. Thanos sembra una sorta di re shakespeariano amletico e sensibile, un padre che ama sinceramente la figlia adottiva Gamora (Zoe Saldana) ed è certo che la strada da lui intrapresa per ristabilire l’equilibrio nell’universo sia la sola possibile. Ovviamente, però, il suo è uno sguardo contorto, distruttivo e tirannico e per questo deve essere fermato dagli Avengers. Guidati da Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), l’unico in grado di vedere gli scenari futuri nella lotta contro l’Eterno, il film arriva a un punto cruciale che si avvicina fortemente a quello che accade anche nei fumetti, lasciando aperte diverse porte su come potrà continuare il prossimo capitolo e i supereroi potranno sconfiggere Thanos.
Avengers: Infinity War - la recensione
Spiderman, Iron Man, Drax, Peter Quill e Mantis in una scena del film
Tra le scene di azione, gli intermezzi ironici, i momenti di tensione e commozione, i numerosi colpi di scena, Anthony e Joe Russo confezionano uno dei migliori cinecomic dell’MCU e al tempo stesso un blockbuster sorprendente e spettacolare che convince (pienamente) e intrattiene. Il tutto suggellato da un finale dolce amaro che lascia spazio a mille domande e trepidanti attese e che, come dice Doctor Strange, “è l’unico modo” per andare avanti. “Verso l’infinito e oltre” (cit. Buzz Lightyear in Toy Story).
Teresa Gallo
(e Andrea Rurali)