A sei anni dall’esordio alla regia con A Single Man, il poliedrico stilista Tom Ford torna al cinema con Nocturnal Animals, un thriller letterario, solido e complesso, che trova il punto di forza nella sua stessa complessità. In concorso alla 73. Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola si articola su tre archi temporali: il presente con l’elegantissima Susan, interpretata da Amy Adams, che rimane attonita nel ricevere, dopo quasi due decenni dalla separazione, un romanzo dell’ex marito a lei dedicato. Il ritorno del passato si contende, nella memoria della donna, il posto con il racconto impresso nelle bianche pagine del libro. Una storia di violenza e perversione, destinata a parlare direttamente all’anima della protagonista, impedendole di prendere sonno. Gli Animali Notturni di Ford agiscono nel buio, sono cinici e delusi dal mondo, sensibili e crudeli, reietti da entrambi i poli dell’universo. Si presentano come sagome di un’umanità distrutta e corrosiva, ricchi e nobili senza guida e criminali rifiutati dalla società in quanto carnefici impuniti.
L’estetica di Tom Ford è un meraviglioso collage di immagini in antitesi: patinate e sporche da un lato, tra corpi deformati e nudi perfetti, luci e ombre di luoghi e personaggi dall’altro, che passano dai freddi edifici moderni a distese aride texane. Il paradigma dei contrasti è il fil-rouge di una vicenda perennemente in bilico tra finzione e realtà, metafore e certezze, le quali si mescolano e quasi si confondono tra loro.
La componente thriller nella parte immaginaria è intrisa di una crudeltà brutale che sfocia nei più terribili reati che un uomo possa commettere mantenendo, comunque, un alone vivido e ipnotico davvero inconfondibile.
Gli attori vengono inseriti in luoghi costruiti perfettamente, tanto da risultare magnifici. Lunghe inquadrature alle vetrate delle abitazioni lasciano intravedere vite all’apparenza straordinarie ma che spesso nascondono profondi drammi interiori, distese soleggiate che celano i più efferati crimini. Poi c’è la notte, il rifugio silente del giorno, che accoglie e al contempo toglie qualcosa ai protagonisti ma anche il sonno, le turbe ansiogene e la famiglia. Ford crea una propria visione del mondo disfattista e terribile.
L’evanescenza di un cosmo votato al lusso e al benessere viene stravolto dalla sequenza iniziale con due donne agè e oversize che mostrano la loro fisicità con estrema disinvoltura. Animali Notturni è un sublime affresco chiaroscurale, attento ai colori e alle sue sfumature, che Ford dipinge con un sintomatico culto per l’eleganza e una visione astratta, e anacronistica, che attraversa ciascuna disciplina artistica.
Il cineasta concepisce la perfezione come sinonimo di manierismo, e la ricerca ossessiva di un’eccellenza ideale, raggiungibile attraverso il linguaggio e una costruzione virtuosa dei fotogrammi, è percepibile in ogni sequenza. Il pro-filmico diventa un altare contemplativo, un luogo di venerazione in cui coesistono gli oggetti, i personaggi e le atmosfere circostanti. Noctural Animals parla del fascino della vendetta quale conseguenza di un’abnegazione emotiva di Susan nei confronti del suo amato; una rinuncia basata sul materialismo e la superficialità dell’essere che si tramuta in silenzio, solitudine e sofferenza. Con uno score che sembra estrapolato dalle partiture tese di Psyco di Bernard Herrmann, il lungometraggio punisce il tradimento con una totale assenza di speranza e perdono, toccando le corde più intime dello spettatore. Un vortice di tensione, inquietudini ed emozioni che non lascia scampo.
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