Dopo il fallimentare tentativo di portare la Suicide Squad sul grande schermo con David Ayer al timone, DC ha trovato con James Gunn una formula di maggior successo

La chiave di The Suicide Squad? Un regista con il gusto per il caos. Il caos, infatti, è la scelta estetica di un blockbuster che però riesce a mantenere la bussola sensoriale. Gunn gestisce l’azione e i personaggi senza mai perderli lungo il percorso. In quello che sembra un film completamente impazzito si cela in realtà una commedia d’azione molto ben calibrata, che alterna battute umoristiche a scoppi di violenza brutale e intensa.

L’intento del regista è quello di raccontare una storia completa, un unicum che si regge da solo sulle proprie gambe senza nemmeno bisogno di rimandi alla pellicola di Ayer (tranne che per alcuni personaggi che ritroviamo). Il paragone con gli altri film di supereroi diretti da Gunn è pressoché inevitabile, basti pensare a un gruppo di eroi sfavoriti che superano tutte le probabilità per sconfiggere un nemico interstellare. In questa commedia d’azione intelligente Gunn ci ha aggiunto il senso dell’umorismo da film di serie B e un livello di violenza sfacciatamente adulto. Qualcosa di allegramente grottesco, vizioso e impertinente che si sposa molto con quello che è, o dovrebbe essere, l’Universo DC.

the suicide squad recensione

The Suicide Squad, che uscirà grazie a Warner Bros. il 5 agosto, è un film giocoso nel senso molto ampio del termine. L’azione è realizzata con grandissima passione e nella sua forma più ludica e questo viene trasmesso ad un pubblico in sala che ne riconosce un valore aggiunto.

La risorsa principale del film è la visione fantasiosa di Gunn e il suo essere totalmente imprevedibile; i primi minuti della pellicola ne sono la prova. Il film si apre infatti con un vero tripudio di menti malate. Viola Davis torna a interpretare ancora una volta Amanda Waller a capo della Task Force X, quella che è essenzialmente la Suicide Squad, una raccolta di criminali superpotenti che vengono mandati in una missione suicida nell’isola di Corto Maltese.

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Un gruppo è guidato dal carismatico Rick Flag (Joel Kinnaman) e da Harley Quinn (Margot Robbie), ma include anche personaggi come Captain Boomerang (Jai Courtney), Blackguard (Pete Davidson), T.D.K. (Nathan Fillion), Javelin (Flula Borg), Mongal (Mayling Ng) e Weasel (Sean Gunn). Ad accompagnare Corto Maltese nella sua prima missione c’è Savant (Michael Rooker), che all’inizio guida il film.

L’altro, che si scoprirà essere il vero centro della Suicide Squad, è costituito da Bloodsport (Idris Elba), il pacificatore patriottico Peacemaker (John Cena), l’insicuro Polka-Dot Man (David Dastmalchian), l’affascinante Ratcatcher 2 (Daniela Melchior) e King Shark (Sylvester Stallone). Un unico avvertimento: non affezionarsi troppo a nessuno.

Sicuramente Margot Robbie padroneggia al massimo il suo personaggio, grazie anche a un ritorno alle origini voluto da Gunn (in termini cromatici e caratteriali) così come Idris Elba sostiene, finalmente, un forte ruolo da protagonista in un film d’azione. È carismatico e trova persino un po’ di profondità nel conflitto del suo personaggio. Loro sono i migliori, ma tutti gli attori lavorano molto bene facendo la loro parte, il che è una testimonianza dell’abilità di Gunn con i grandi ensemble.

Il ritmo è impeccabile e per quanto il film sia abilmente realizzato, probabilmente si riscontra una frenata nelle battute finali. Una mancanza di ambizione, forse un azzardo in cui Gunn non ha creduto fino in fondo ma che riesce a controllare rincentrando il focus sul “perdente” di turno.

The Suicide Squad di James Gunn è un film delirante e ultraviolento che, con grande leggerezza, sostiene il genere del cinecomic liberandosi dalla solita dicotomia bene e male e abbracciando la completa follia narrativa.

VOTO FINALE