Le Furie umane del kung-fu – The Five Venoms (1978) thriller marziale di Chang Cheh e film di culto tarantiniano.

Tarantino sta alla Squadra Assassina Vipere Mortali come i Cinque Veleni stanno a Chang Cheh.

“Quella che si dice quadratura”. Un esordio perfetto per descrivere questo cult movie, non di Quentin Tarantino però. Si tratta di The Five Venoms, pellicola del 1978, diretta dal regista reinventore del genere d’arti marziali, Chang Cheh.

The Five Venoms (1978) - Recensione del film di Chang Cheh.È un tentativo ammiccante ma che ha una sua logica. Le influenze che il regista di Kill Bill ha colto dalla pellicola sono ben ravvisabili; le sue Vipere Mortali sono un omaggio diretto ai protagonisti del lungometraggio d’ispirazione, i cosiddetti Cinque veleni.

Sarà divertente esplorare The Five Venoms, un classico da riscoprire su Prime Video (qui il trailer).

Un film d’arti marziali che ha trama.

Sfatiamo un mito che alle volte è semplice provocazione: anche i film d’arti marziali hanno una trama, che va al di là del solito “te meno perché m’hai provocato”.

The Five Venoms riserva una storia singolare e ben costruita, nella sua apparente prevedibilità: intrighi, misteri, vendetta e tradimento, fino ad arrivare alla risoluzione – con sorpresa – finale.

La Casa dei Cinque Veleni, fautrice di malafatte in passato, è ormai al capolinea. Il vecchio maestro affida al suo giovane allievo, Yang, un ultimo incarico: trovare l’oro accumulato negli anni passati e offrirlo alla gente in difficoltà. La missione, già non facile e irta di difficoltà, presenta un ulteriore ostacolo: i Cinque Veleni. Essi sono cinque combattenti, ognuno esperto in uno stile specifico: quello del Millepiedi, del Serpente, dello Scorpione, del Geco e del Rospo. Yang dovrà dunque scoprire chi è rimasto fedele ai principi dell’etica marziale e annientare chi, tra loro, trama di prendere il tesoro per fini loschi e personali.

Al fitto mistero della vicenda si unisce anche l’intrigo di potere. Verrà dunque svelata la corruzione delle alte sfere della giustizia, asservite alla logica bassa del denaro e del tornaconto personale.

Chang Cheh e i Venoms: reinvenzione di un genere.

Nel 1978, complici i cambiamenti di tendenza nell’industria del cinema hongkonghese e i gusti del pubblico, si faceva sempre più strada l’ondata delle pellicole d’arti marziali comedy. Jackie Chan ne era il massimo esponente.

Con The Five Venoms il regista, forte del suo status pionieristico, ibrida un nuovo filone, adottando la stessa formula dell’”allegra” commistione dei generi. Alla consueta confezione di film d’arti marziali (che unisce la cornice wuxiapian e l’azione dirompente del combattimento a mani nude) accosta l’elemento thriller.

La storia presenta toni grotteschi e volutamente gore, calcando sulla vena pulp. Il risultato è un mix pazzesco di tensione e azione, in cui il pubblico è volutamente in posizione onnisciente, rispetto ai personaggi in relazione tra loro.

Il gruppo di stuntmen taiwanesi, i cosiddetti Venoms, rendono al meglio la caratterizzazione manichea dei loro ruoli, elemento, questo, che non rappresenta un difetto nell’economia della storia raccontata.

Motivi per vedere il film:

La presentazione dei protagonisti con le celebri maschere e soprattutto il divertimento dietro allo svelamento delle loro identità. Menzione d’onore alla colonna sonora, resa da una musica distorta e sinistra.

The Five Venoms (1978) - Recensione del film di Chang Cheh.

Conclusione:

The Five Venoms è un classico della cinematografia hongkonghese. Il maestro Chang Cheh, detta ancora legge, rimanendo fedele a se stesso e alla sua poetica. Il suo è un cinema coerente e dominato dai leitmotiv della vendetta, dell’amicizia virile cameratesca e della fedeltà a principi desueti, minacciati dalla rottura degli equilibri.

Un film spettacolare nelle scene di lotta e avvincente nella trama.