
Claudio Verona (Alessandro Roja), cinico e borioso uomo d’affari, mentre si sta recando ad un’importante riunione al decimo piano dell’azienda in cui lavora rimane bloccato dentro l’ascensore tra due piani. Un piccolo equivoco facilmente risolvibile… se non fosse che nel frattempo la città è in delirio per un’imminente apocalisse zombie.
The end? L’inferno fuori, diretto da Daniele Misischia, è ambientato quasi totalmente all’interno dell’ascensore in cui il protagonista si trova rinchiuso. L’unico contatto con l’esterno è un’apertura delle porte che Claudio è riuscito a forzare, non abbastanza larga per uscire ma a sufficienza per affacciarsi sul piano, vedere cosa accade e richiedere aiuto. Il format adottato è ingegnoso. La location unica, che si trasforma in breve tempo da prigione metallica al solo luogo di salvezza possibile, è una soluzione utile a conferire credibilità alla vicenda. A parte i “mutanti” del palazzo che si scagliano contro Claudio, infatti, lo spettatore rimane informato della catastrofica epidemia tramite radio, cellulare e l’interfono dell’ascensore.
