
Tish (KiKi Layne) e Fonny (Stephan James) sono amici d’infanzia che, all’improvviso, diventano amanti. Il loro legame è messo alla prova quando Fonny viene falsamente accusato di stupro. Mentre attende di essere processato in carcere, Tish scopre di essere incinta e, con l’aiuto di quelli che la circondano, cerca di farlo liberare prima che nasca il bambino.
Due anni dopo il successo di Moolight agli Oscar, lo sceneggiatore e regista Barry Jenkins porta sullo schermo un nuovo adattamento, questa volta tratto da un romanzo di James Baldwin.
Se la strada potesse parlare ha sicuramente una struttura più tradizionale rispetto a Moonlight, ma comunque infarcita di flashback e di una narrazione poco convenzionale che non sembra soffrire il paragone con il film precedente.
È un lungometraggio sull’amore in ogni sua forma e Jenkins, sapientemente, lo utilizza come collante per ogni azione e respiro della vicenda risultando a tratti stucchevole. La scelta di raccontare la storia travagliata tra i due protagonisti attraverso momenti diversi nel tempo e nello spazio consente di comprendere meglio la relazione principale e tutte le emozioni messe in gioco dai protagonisti, ma in parte influisce sul ritmo altalenante della pellicola.
