
Un inizio teso, vibrante, da far mancare il fiato.
Abbiamo visto decine e decine di adattamenti cinematografici dell’invasione alleata della Normandia di quel 6 giugno ’44. Ormai non dovremmo stupirci di nulla, eppure Overlord funziona al meglio proprio dove potrebbe lecitamente essere più trascurato. Tanto di cappello: dopo un inizio del genere si perdona qualche difetto di troppo in ciò che seguirà.
PIANIFICAZIONE
Overlord è il nome in codice dell’invasione dell’Europa per tentare di debellare la piaga del nazismo. Nell’arco di una giornata centinaia di migliaia di soldati alleati furono paracadutati e sbarcati sul suolo francese, in Normandia.
Appunto, un fatto ben noto trattato in decine di film.
Questo Overlord, diretto da Julius Avery (Son Of A Gun), parte da quello stesso incipit per poi percorrere strade del tutto diverse. Strizzando l’occhio all’horror, si segue la missione di un gruppo di soldati americani che, paracadutati nell’entroterra la notte prima dello sbarco, devono abbattere una torre di comunicazione tedesca entro l’alba. Sul posto troveranno tuttavia qualcosa di molto più oscuro e pericoloso…
La base ospita un laboratorio sotterraneo in cui uno scienziato tedesco conduce esperimenti sugli abitanti della zona, trasformandoli in mostri simili a zombie.
I protagonisti dovranno decidere in breve tempo se attenersi alla missione o aiutare gli abitanti del villaggio vicino a distruggere il laboratorio e fermare gli orribili esperimenti.
INVASIONE
L’inizio della pellicola è nettamente quello più riuscito, forse a sorpresa. In un film che flirta così tanto con l’horror era lecito aspettarsi una minor cura per la parte più seria e drammatica. Avery, invece, riesce a sfruttare il cast ben assortito per trascinare immediatamente lo spettatore nella tensione della situazione. Nei primi minuti, in attesa del segnale del lancio, respiriamo l’ansia all’interno della carlinga. La confusione della contraerea, il terrore del lancio nel buio, la paura sottile dello strisciare nella vegetazione senza sapere cosa ci sia dopo. Per un po’ sembra di essere davvero davanti a un film di guerra vecchio stile, senza fronzoli e deviazioni.

Dove il film soffre di più è nella parte centrale, ambientata nel villaggio.
Il gioco “a nascondino” tra i soldati americani barricati in casa di una determinata ragazza francese (l’ottima Mathilde Ollivier) inizia a stancare abbastanza presto e la storia si arena su qualche tempo morto di troppo.
Ma poco dopo si torna in ballo con il piano per distruggere la base tedesca. Qui Overlord decolla nuovamente e, pur non raggiungendo il picco iniziale, svolta in territori più d’azione e dalle tinte oscure che garantiscono un valido intrattenimento.
COMBATTIMENTO