L’ordine del tempo di Liliana Cavani, Leone d’Oro alla carriera all’80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, approda al Lido fuori concorso. Recensione.

Di cosa parla L’ordine del tempo?

Un gruppo di amici di vecchia data si riunisce per festeggiare un compleanno in una villa sul mare. L’occasione è data dai cinquant’anni di Elsa (Claudia Gerini), avvocatessa e moglie di Pietro (Alessandro Gassmann). Tra gli ospiti ci sono il fisico Enrico (Edoardo Leo), Paola, Greta (Valentina Cervi), Viktor (Richard Sammel), Jacob, Giulia (Francesca Inaudi) e Jasmine.

A interrompere l’atmosfera festosa è la notizia di un’apocalisse imminente: un asteroide si sta per schiantare sulla terra. Tutti i personaggi sono chiamati a confrontarsi, ognuno a proprio modo, con questa certezza. Da quel momento, il tempo che li separa dalla possibile fine del mondo sembrerà scorrere diversamente, veloce ed inesorabile, durante una notte d’estate che cambierà le loro vite.

l'ordine del tempo recensione
Foto: La Biennale di Venezia – L’ordine del tempo recensione
Questione di tempo?

Sarebbe meglio dire, questione di scrittura. L’ordine del tempo manca di una trama e di personaggi credibili, di conflitti e di uno scopo narrativo. Dall’inizio alla fine il film si propone come un saggio sulla caducità del tempo, sulla paura della fine e sul ricordo del passato, ma non viene mai messa in scena l’inquietudine dell’esperienza apocalittica.

I protagonisti chiacchierano tanto, forse troppo, senza mai raccontare nulla di significativo e lo spazio chiuso, teatrale, soffoca ancora di più la dinamica dell’azione. Le storie personali si intrecciano tra loro portando a galla segreti inconfessati che non sortiscono nessun effetto drammatico. Tutti accolgono passivamente gli eventi e non reagiscono alle rivelazioni che vengono manifestate. L’intera atmosfera filmica è così permeata da una nube di indifferenza stridente e quasi fastidiosa.

Non c’è dramma, non c’è conflitto. Il racconto si carica di una tensione che non viene mai espressa, ma si esaurisce come una bolla di sapone nel finale. Nessun personaggio sembra in grado di manifestare il proprio lato emotivo relegando la narrazione ad un’interminabile sequenza di lezioni di fisica e fredda razionalità.

Qual è l’ultimo desiderio prima della fine?

Se arrivasse l’apocalisse, quale sarebbe l’ultimo desiderio che esprimereste?
Su questo quesito così importante per la costruzione di una trama solida, il film perde totalmente la bussola. Si parla tanto e si agisce poco. Dopo una rivelazione come quella della fine del mondo ci si aspetterebbe un’isteria collettiva, una corsa alla sopravvivenza, un tripudio orgiastico di passione, orrore, erotismo e furia. Invece. niente. Nulla. A malapena i protagonisti si sfiorano per cercare conforto l’uno nell’altro.

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Foto: La Biennale di Venezia – L’ordine del tempo recensione
L’ordine del tempo…perso

La riflessione del fisico Carlo Rovelli sulla natura del tempo, che ha ispirato la trama del film, perde i suoi connotati di fascino e inquietudine. L’essere umano è ossessionato dal tempo e l’attenzione di Liliana Cavani si sposta su considerazioni del valore del tempo molto più intime e personali. Nel racconto il presente si dissolve e ogni riflessione si concentra nel momento stesso in cui avviene. Passato, presente e futuro sembrano fondersi lasciando spazio alle troppe parole. E a una proiezione stampa senza applausi.