LA RECENSIONE DI INTO THE NIGHT,
LA SERIE TV BELGA DISPONIBILE SU NETFLIX

È ormai notte all’aeroporto di Bruxelles. Un aereo è pronto al decollo, con destinazione Russia. I passeggeri non sono molti, ma rappresentano varie nazionalità, culture e religioni. Sembra tutto abbastanza tranquillo, finché non irrompe un militare italiano, armato fino ai denti, deciso nel voler dirottare l’aereo verso ovest. Sembra pazzo, ma in realtà ha uno scopo preciso: far volare l’aereo sempre di notte, perché aspettare l’alba sarebbe per tutti una vera catastrofe. Infatti, a causa di uno stranissimo e letale fenomeno astrale, i raggi del sole uccidono le persone. Il sole, quindi, si ritorce inspiegabilmente contro la Terra, ma soprattutto contro gli uomini…

È questa l’inquietante storia attorno a cui ruota Into The Night, la nuova serie action/sci-fi targata Netflix. La sceneggiatura è ispirata al romanzo “The Old Axolotl” dello scrittore polacco Jacek Dukaj, editato digitalmente nel 2015.

Lo show è stato scritto dal produttore e showrunner Jason George (autore anche di Narcos” e The Protector”, sempre per Netflix), e diretto dal duo belga di registi Inti Calfat e Dirk Verheye. I rimandi e gli omaggi di “Into the Night” sono tanti: impossibile non pensare a “Lost”, la serie tv cult per eccellenza. Ma non solo: il pensiero si rivolge ai tanti film catastrofici degli anni Settanta ambientati in alta quota. Sembra esserci persino qualche (vago) collegamento col gioiellino “The Night Flier” (1997) di Mark Pavia.

into the night recensione

Il ritmo delle 6 puntate è davvero altissimo, e ricorda, con le dovute proporzioni, le peripezie dei personaggi della prima stagione di Battlestar Galactica del 2003.
Il finale di Into The Night (con un’ultima puntata non proprio convincente a livello narrativo) rimane apertissimo, dando adito all’idea che possa esserci una seconda stagione. Idea che sembra rafforzata anche dai buoni dati audience degli abbonati Netflix. La serie ha due grandi punti di forza: l’ambientazione totalmente notturna e la location principale, l’interno dell’aereo, pesantemente claustrofobica ed ansiogena. Queste due caratteristiche specifiche, molto originali, donano allo show un’atmosfera “sospesa” molto azzeccata, in stile “Ai confini della realtà”, che giova al racconto, al di là di alcune banalità di sceneggiatura.

Nel cast, composto da attori di varie nazionalità, spiccano le prove, eccellenti, di tre attori: il nostro Stefano Cassetti (che in molti ricorderanno protagonista nello splendido “Roberto Succo” di Cédric Kahn), nei panni di un ambiguo militare italiano; Mehmet Kurtulus, contrabbandiere di diamanti dal cuore d’oro,;e l’immenso Laurent Capelluto, il pilota dell’aereo “maledetto” (già protagonista di un’altra serie tv cult europea, “Black Spot”). I tre donano un notevolissimo spessore ai rispettivi personaggi, contribuendo a tenere alto l’interesse degli spettatori nello sviluppo della storia. Ognuno di loro porta dentro con sé sfumature di ambiguità e aloni di mistero che inevitabilmente incuriosiscono lo spettatore.

Pur non essendo una delle punte di diamante del catalogo Netflix, come prodotto di genere Into the Night centra l’obiettivo e riesce a intrattenere piacevolmente il pubblico. Promossa.