I 3 dell’Operazione Drago è il “Via col vento dei kung-fu movies”.
Recensione del cult di Robert Clouse.

Quest’anno è proprio l’occasione di celebrare anniversari importanti. 19 Agosto 1973: data della prima mondiale statunitense dell’ultimo film della star del cinema darti marziali Bruce Lee, Enter the Dragon, noto in Italia come I 3 dell’Operazione Drago, diretto da Robert Clouse. Appena un mese prima, il 20 Luglio, l’attore morì, lasciando purtroppo un vuoto in quel tentativo di colmare il divario nella scelta dei ruoli protagonisti, non più ad esclusivo appannaggio di soli attori “caucasici”.

Warner Bros. non poteva celebrare al meglio il centenario della sua fondazione, se non riproiettando in sala uno dei successi più importanti prodotti sotto la sua egida (qui il trailer).

Accingiamoci dunque alla riscoperta di questo cult assoluto che ha vantato il grande pregio di una storica collaborazione tra Occidente e Oriente, tra Usa ed Hong Kong.

Di cosa parla I 3 dell’Operazione Drago?

In sintesi, il film vede tre campioni d’arti marziali Mr. Lee (Bruce Lee), John Roper (John Saxon) e Kelly Williams (Jim Kelly) raggiungere l’isola del misterioso Mr. Han (Shih Kien), ex membro del tempio Shaolin, per partecipare ad un torneo di arti marziali. Tuttavia, la manifestazione è soltanto una copertura col fine di mascherare i reali traffici illeciti condotti dall’ambiguo Mr. Han.

I motivi che spingono i tre uomini al torneo sono diversi, ma tutti e tre si ritroveranno a far fronte comune per mettere luce sui loschi affari del mecenate del torneo. Ce la faranno?

I 3 dell'operazione drago: la recensione dell'ultimo cult di Bruce Lee

Una spy story bondiana ed action impossible.

I 3 dell’Operazione Drago è di fatto l’ultimo film completo girato dal divo dei martial arts movies, Bruce Lee, che purtroppo non poté assistere al risultato finale in sala a causa della sua morte prematura, avvenuta a soli 32 anni.

Enter the Dragon è dunque il suo testamento artistico e cinematografico. Le coreografie, dirette magistralmente da Lee stesso, rappresentano l’anima dell’azione, spettacolo intrattenitivo e risolutivo; tuttavia è limitante inserirlo in una sola logica di genere, come quella ben settata del gongfupian, ossia i film di arti marziali.

Il film è pensato più per un pubblico occidentale che non per quello orientale di allora. È infatti una spy story, dunque racchiusa nel canone dell’action-thriller. Bruce Lee impersona le vesti di un agente segreto, proprio come il James Bond di Sean Connery: la sua maschera attoriale appare molto diversa da quella presentata nelle precedenti pellicole di produzione hongkonghese. A completare l’ispirazione della figura di questo personaggio ci pensa anche la vena action e disincantata di protagonisti come il Clint Eastwood dei primi due film della serie Dirty Harry.

A fare da collante tra le varie anime della pellicola è proprio la colonna sonora curata da Lalo Schifrin: sue sono quella di Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! e di Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan. Da non dimenticarsi poi Missione impossibile del 1966 ideato da Bruce Geller. Quella musica in particolare era amata da Bruce Lee; proprio in virtù di questo impose fortemente Lalo Schifrin come compositore per I 3 dell’Operazione Drago.

Curiosità su un cult diventato leggenda.

I 3 dell’Operazione Drago fu un vero e proprio “braccio di ferro” tra le compagnie produttrici della pellicola: Warner Bros. da un lato e Concord Production, di cui Bruce Lee socio assieme a Raymond Chow, dall’altro. Un “combattimento” tra Hong Kong e Usa, sotto molteplici aspetti.

Un attore asiatico che non fosse giapponese (che godeva di più alto status tra le file hollywoodiane), protagonista in un film, era abbastanza impensabile ad Hollywood. Ma in virtù della fama e del prestigio, che si conquistò ad Hong Kong e nel sud est asiatico, Bruce Lee riuscì nell’impresa. Ciliegina sulla torta: comparire al fianco di un attore statunitense, nei titoli di testa e prima del titolo.

Il titolo lo decise Lee stesso, imponendolo alla Warner Bros. dopo molto “pacifico” dibattere. Allegoricamente parlando, Enter the Dragon è dunque una scelta significativa, cogliendo la sua traduzione letterale “Entra il Drago”: la rottura di un muro e di una barriera interraziale e culturale.

I 3 dell'operazione drago: la recensione dell'ultimo cult di Bruce Lee.

Bruce Lee impose alla produzione anche nel girare e inserire le scene che si vedono in testa al film, ambientate nel tempio di Shaolin, dove combatte con un giovanissimo, e ancora “sconosciuto” al largo pubblico, Sammo Hung.

Bruce Lee dunque aveva decisamente la stoffa del leader e soprattutto aveva ben chiara quale doveva essere la sua posizione: non un ripiego, ma un capofila. E lo dimostrò col ruolo di co-produttore che aveva nella pellicola.

In conclusione.

I 3 dell’operazione drago è un film altamente spettacolare dal punto di vista della tensione della storia. L’azione è portata avanti magnificamente dai combattimenti messi in scena e coreografati dallo stesso Lee, che era famoso per la puntigliosità della messa in scena e costruzione delle scene di lotta; indimenticabile la scena del combattimento finale con il boss Han nella sala degli specchi, metafora della lotta contro la perdizione della retta via e contro gli idoli illusori.

La storia, anche se semplice e con una divisione manichea nella caratterizzazione dei personaggi, intrattiene e coinvolge. Il film mantiene le promesse, rispettando dunque le aspettative: stupire lo spettatore sul lato visivo più che su quello narrativo.

Non perdetevi dunque l’occasione di vedere sul grande schermo un cult assoluto, rinominato il “Via col vento del genere kung-fu”, dal Los Angeles Times. Perché, se nel 1939 Via col vento rappresentò un vero spartiacque nella cinematografia hollywoodiana e mondiale, analogamente I 3 dell’Operazione Drago propose un nuovo modello di spettacolo cinematografico, allora inedito.

REVIEW OVERVIEW
Regia
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Colonna sonora
Interpretazioni
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Alessandra Sottini
Amante della settima arte, del cinema in ogni sua forma. Appassionata strenua del cinema asiatico: curiosa spettatrice del cinema di genere e di quello un po' dimenticato. Passo facilmente dal muto, a quello degenere di cappa e spada; dal Pre-Code, ai film di "serie B" di Roger Corman; dal neorealismo italiano, all'horror Hammer Productions. Critica e analitica, ma sempre pronta a lasciarsi trasportare dalla visione fantastica della realtà filmica, che è gioia per gli occhi.
i-3-delloperazione-drago-la-recensione-del-cult-di-bruce-leeI 3 dell'operazione drago, rappresenta il testamento artistico totale di Bruce Lee. Un cult degli anni '70 che ha portato all'attenzione internazionale un nuovo modo di fare spettacolo ed intrattenimento, che puntasse a uno sguardo cosmopolita effettivo. Una storia che cattura e trascina lo spettatore, fino all'atto risolutivo finale: la sequenza del combattimento nella sala degli specchi è entrata di diritto nell'immaginario collettivo e nella storia del Cinema.